Le 100 donne più belle del cinema

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    100 Bond girls
    99 Julia Roberts in Linea mortale
    98 Anna Magnani in La rosa tatuata
    97 Kate Capshaw in Indiana Jones e il tempio maledetto
    96 Sharon Stone in Casino
    95 Lillian Gish in La Bohème
    94 Joanne Woodward in La lunga estate calda
    93 Anne Bancroft in Il laureato
    92 Jodie Foster in Sotto accusa
    91 Jessica Alba in Sin City
    90 Gina Lollobrigida in La romana
    89 Kathleen Turner in Brivido caldo
    88 Mia Farrow in Rosemary's Baby
    87 Raquel Welch in I tre moschettieri
    86 Gene Tierney in Vertigine
    85 Romy Schneider in Boccaccio 70
    84 Jennifer Connelly in La casa di sabbia e nebbia
    83 Hanna Schygulla in L'amore è più freddo della morte
    82 Tippi Hedren in Gli uccelli
    81 Isabelle Huppert in I cancelli del cielo
    80 Virginia Cherrill in Luci della città
    79 Vivien Leigh in Elisabetta d'Inghilterra
    78 Jennifer O'Neill in Rio Lobo
    77 Anita Ekberg in La dolce vita
    76 Shirley MacLaine in L'appartamento
    75 Sofia Loren in L'oro di Napoli
    74 Kate Winslet in Revolutionary Road
    73 Lauren Bacall in Il grande sonno
    72 Lana Turner in Il postino suona sempre due volte
    71 Theda Bara in Cleopatra
    70 Jean Harlow in Lo schiaffo
    69 Brigitte Bardot in E dio creò la donna
    68 Gwyneth Paltrow in Paradiso perduto
    67 Natalie Wood in Gioventù Bruciata
    66 Chen Shiang-chyi in Che ora è laggiù?
    65 Laura Harring in Mulholland Drive
    64 Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary
    63 Cate Blanchett in Elizabeth
    62 Linda Fiorentino in L'ultima seduzione
    61 Rebecca Romijn in Femme Fatale
    60 Winona Ryder in Dracula
    59 Kirsten Dunst in Il giardino delle vergini suicide
    58 Isabella Rossellini in Velluto blu
    57 Heather Graham in Boogie Nights
    56 Laura Morante in Bianca
    55 Brigitte Helm in Metropolis
    54 Catherine Deneuve in La mia droga si chiama Julie
    53 Jacqueline Bisset in Effetto notte
    52 Liv Ullman in Persona
    51 Hilary Swank in Million Dollar Baby
    50 Daria Halprin in Zabriskie Point
    49 Fanny Ardant in La signora della porta accanto
    48 Shannyn Sossamon in Le regole dell'attrazione
    47 Keira Knightley in Anna Karenina
    46 Simone Signoret in Casco d'oro
    45 Freida Pinto in The Millionaire
    44 Greta Garbo in Margherita Gauthier
    43 Marlene Dietrich in Marocco
    42 Paulette Goddard in Tempi Moderni
    41 Janet Margolin in Prendi i soldi e scappa
    40 Milla Jovovich in The Million Dollar Hotel
    39 Jane Fonda in A piedi nudi nel parco
    38 Natalie Portman in Closer
    37 Ava Gardner in Gangsters
    36 Nastassja Kinski in Paris,Texas
    35 Nicole Kidman in Eyes Wide Shut
    34 Helena Bonham Carter in Camera con vista
    33 Diane Keaton in Provaci ancora Sam
    32 Liz Taylor in Il gigante
    31 Janet Leigh in Psyco
    30 Bibi Andersson in Persona
    29 Catherine Zeta-Jones in Chicago
    28 Monica Bellucci in Malena
    27 Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany
    26 Eva Green in The Dreamers
    25 Scarlett Johansson in Lost in translation
    24 Madeleine Stowe in Revenge, vendetta
    23 Uma Thurman in Pulp Fiction
    22 Gong Li in Lanterne rosse
    21 Charlize Theron in L'avvocato del diavolo
    20 Jeanne Moreau in Jules e Jim
    19 Ingrid Bergman in Casablanca
    18 Kim Novak in Vertigo
    17 Geena Davis in La mosca
    16 Liv Tyler in Io ballo da sola
    15 Faye Wong in Hong Kong Express
    14 Kim Basinger in L.A. Confidential
    13 Michelle Pfeiffer in Scarface
    12 Katherine Hepburn in Palcoscenico
    11 Silvana Mangano in Riso Amaro
    10 Daryl Hannah in Blade Runner
    9 Marilyn Monroe in Gli spostati
    8 Anne Lambert in Picnic ad Hanging Rock
    7 Jessica Lange in King Kong
    6 Sean Young in Blade Runner
    5 Maggie Cheung in In the Mood for Love
    4 Rita Hayworth in Gilda
    3 Nico in Chelsea Girl
    2 Grace Kelly in Caccia al ladro
    1 Claudia Cardinale in C'era una volta il West-Il Gattopardo

    Edited by Albrecht - 23/5/2013, 15:58
     
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    100. Bond girls

    Bond girl è l'appellativo che viene dato al personaggio femminile principale dei romanzi o dei film aventi quale protagonista James Bond. Per estensione, viene detta Bond girl anche l'attrice che interpreta tale personaggio.
    Le Bond girl assumono diversi ruoli all'interno della vicenda: spesso sono vittime salvate da Bond, compagne e/o alleate, ma possono anche essere membri delle organizzazioni nemiche e, in modo particolare, l'assistente del cattivo. Alcune di esse hanno una funzione ornamentale: sono ininfluenti e non hanno alcun tipo di coinvolgimento nelle missioni di Bond (si pensi, ad esempio, a Sylvia Trench in Licenza d'uccidere); altre, invece, rappresentano un ruolo chiave per il successo dell'operazione (si pensi, in questo caso, a Pussy Galore in Missione Goldfinger e a Domino Derval in Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono). Altri personaggi femminili della serie, come Judy Dench nel ruolo di M e Miss Moneypenny, non sono Bond girl.
    Frequentemente i loro nomi costituiscono doppi sensi o giochi di parole; ad esempio: Pussy Galore, Plenty O'Toole, Honey Ryder, Xenia Onatopp, Holly Goodhead. Le Bond girl sono concordemente considerate simbolo di fascino e raffinatezza.

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    Jane Seymour in Vivi e lascia morire (Live and Let Die)

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    Ursula Andress in Agente 007 - Licenza di uccidere - (Dr. No)

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    Claudine Auger in Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono (Thunderball)

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    Halle Berry in La morte può attendere (Die Another Day)



    Edited by Albrecht - 30/11/2012, 16:16
     
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    99. Julia Roberts in Linea mortale (Flatliners)

    Julie Fiona Roberts è nata il 28 ottobre 1967 in un sobborgo di Smyrna, Georgia (USA). I genitori divorziarono quando Julia aveva quattro anni, e il padre, cui la Roberts era profondamente legata, morì di cancro cinque anni dopo. Julia è cresciuta col desiderio di diventare veterinaria, ma a diciassette anni, dopo il diploma alle scuole superiori, ha deciso di raggiungere la sorella Lisa, che lavorava già come attrice a New York. Mentre seguiva corsi di recitazione, Julia Roberts ha lavorato come modella per l'agenzia Click, e, nel 1986, il fratello maggiore Eric ha convinto il regista Peter Masterson a scritturare la sorella per il film Legami di sangue (1988). La pellicola di Masterson non è stata distribuita fino al 1990, e la Roberts è apparsa prima nel film televisivo 'Crime Story'. Dopo Fiori d'acciaio (1989), di Herbert Ross, che le ha fatto ottenere la prima candidatura all'Oscar come migliore attrice non protagonista, nel 1990 Julia Roberts si trasforma nella più richiesta star di Hollywood, grazie al successo di Pretty Woman. Il film, inizialmente pensato come un dramma piuttosto cupo, dopo l'ingresso della Disney nella produzione è stato trasformato in un remake di Cenerentola, e la Roberts, che aveva ottenuto il ruolo della prostituta Vivian Ward prima della svolta, si è trovata a lavorare ad un progetto che non aveva scelto, ma che ha prodotto un effetto Cenerentola anche sulla sua carriera.
    Nel 1991, il matrimonio con l'attore Kiefer Sutherland, con il quale Julia aveva lavorato nel film Linea mortale (1990), salta pochi giorni prima della data fissata per la cerimonia. Due anni dopo Julia Roberts sposa il cantautore Lyle Lovett, dal quale divorzierà nel marzo del 1995.
    Dopo Mary Reilly (1996), di Stephen Frears, Tutti dicono I love you (1996), di Woody Allen, Il matrimonio del mio migliore amico (1997), di P.J. Hogan, Notting Hill (1999), di Roger Michell, e Se scappi ti sposo (1999), di Garry Marshall, Julia Roberts è stata la protagonista del film di Steven Soderbergh Erin Brockovich ' Forte come la verità (2000), che le ha già fatto vincere un Golden Globe e l'Oscar.
    Con Soderbergh Julia continua a lavorare accettando compromessi che non farebbe con nessun altro regista. Per Ocean's eleven ha accettato di lavorare con un cachet ben al di sotto le sue normali "quotazioni" mentre per lo sperimentale Full frontal si è sottoposta al rigido regolamento che il regista ha imposto sul set, rifiutandosi soltanto di tagliarsi i capelli.
    Dopo essersi lasciata con l'attore Benjamin Bratt, Julia si è nuovamente fidanzata con il cameraman Daniel Moder, con il quale nel segreto più assoluto si è sposata 4 luglio del 2002 nel ranch che la Roberts possiede nella località turistica indiana di Taos, nel New Mexico. Dall'unione tra i due sono nati tre figli. La maternità ha diradato gli impegni della Roberts sul set: tanto teatro, ma al cinerma, dopo Mona Lisa Smile (2003), nel 2004 giusto un nuovo film con Soderbergh (Ocean's Twelve) e la commedia al vetriolo Closer, con Jude Law, Natalie Portman e Clive Owen. A vent'anni dal debutto nel cinema, Julia Roberts ha fatto un nuovo tentativo di tornare al teatro. Nel 2006 ha recitato a New York nel dramma 'Three Days of Rain' di Richard Greenberg. Ma senza molta fortuna, la critica si è infatti accanita contro di lei consigliandole di dedicarsi al cinema. Eccola quindi tornare sui set, prima con La guerra di Charlie Wilson, poi come co-protagonista del thriller romantico Duplicity (2009), un gioco al gatto e il topo con Clive Owen.
    Nel 2011 ha recitato nel film L'amore all'improvviso - Larry Crowne di Tom Hanks. Nel 2012 interpreta la strega cattiva in una nuova versione di "Biancaneve", di Tarsem Singh .

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    98. Anna Magnani in La rosa tatuata (The rose tatoo)

    (Roma, 7 marzo 1908 - Roma, 26 settembre 1973) Forte e tenace sullo schermo come nella vita, Anna Magnani ha sempre scelto con accuratezza i ruoli da interpretare, dando un volto a donne del popolo, donne che rappresentano l’Italia degli umili, che vivono i loro giorni a fatica, ma mai si lasciano sopraffare dagli eventi, anzi cercano con tutte le loro forze di dominarli.
    Prendono così vita figure femminili indimenticabili, determinate, veraci, combattive, che difendono strenuamente i propri ideali e coloro che amano, spesso anche in modo troppo focoso e sanguigno; d’altronde l’attrice ha dato ai suoi personaggi molto del suo temperamento coriaceo. La Magnani è nata a Roma il 7 marzo del 1908 da Marina Magnani, una sarta originaria di Fano, nelle Marche, e da padre ignoto. Dopo la sua nascita la madre si trasferisce ad Alessandria d’Egitto (per questo molti erroneamente ritengono che l’attrice sia nata in questa città), dove sposa un ricco austriaco, mentre Anna viene allevata dalla nonna e dalle cinque zie.
    Studia pianoforte e dopo la seconda liceo parte per far visita alla mamma, rientra addolorata, cosciente di non avere nel cuore della donna un posto di rilievo. Decide di dare una scossa alla sua vita e si iscrive nel 1927 alla scuola di recitazione Eleonora Duse (che diverrà nel 1935 l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica) diretta da Silvio D’amico, che frequenta assieme a Paolo Stoppa. Contemporaneamente canta nei cabaret e nei night – club della capitale. Dal 1929 lavora a teatro, sono i tempi dell’avanspettacolo, con lo stesso Stoppa, Aldo Fabrizi e Totò. Nel 1934 si cimenta nella rivista, in una fortunata serie di spettacoli con Totò. Il suo battesimo cinematografico è del 1928, con una breve apparizione nel film di Augusto Genina “Scampolo”, il suo vero debutto avviene nel 1934 nel film di Nunzio Malasomma “La cieca di Sorrento”. Ha l’opportunità di dimostrare il suo grande talento nel film di Vittorio De Sica “Teresa venerdì” del 1941, dove veste i panni di Loretta Pina, artista di varietà. Seguono diverse commedie fino al 1945 con “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, pietra miliare del cinema neorealista, dove, assieme allo straordinario Aldo Fabrizi, dà voce all’Italia che non si arrende e che non china la testa. La sequenza finale del film (la prima della storia in cui la telecamera segue un personaggio in movimento) è considerata uno delle più alte ed intense espressioni del cinema mondiale: “Sora Pina”, il suo personaggio, che insegue disperatamente il camion dove i tedeschi hanno fatto salire il compagno di una vita, e poi si accascia a terra vinta dai mitra nazisti.
    L’attrice sale alla ribalta internazionale e conquista il Nastro d’Argento. Due anni dopo secondo Nastro d’Argento e premio come Migliore Attrice alla Mostra del Cinema di Venezia con “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa, dove interpreta il ruolo di una popolana che intraprende la carriera politica per tutelare gli interessi della povera gente come lei. Nel 1948 lavora per l’ultima volta con Rossellini, con il quale ha avuto una intensa e tormentata storia d’amore, nell'episodio “La voce umana” del film “L’amore”. Il suo lungo monologo telefonico di una donna abbandonata dal proprio compagno le regala il terzo Nastro d’Argento. Nel 1951 quarto meritatissimo Nastro d’Argento per “Bellissima” di Luchino Visconti, dove veste i panni di una donna piena di frustrazioni e rimpianti che cerca di trovare un riscatto, tentando con ogni mezzo di far intraprendere alla figlia un’improbabile carriera d’attrice, rischiando di rovinare per sempre l’intera famiglia. Nel 1956 riceve dalle mani del grande Jerry Lewis, prima interprete italiana ad ottenere questo riconoscimento, l’Oscar come Migliore Attrice Protagonista per la pellicola tratta da un romanzo di Tennessee Williams “La rosa tatuata”, di Daniel Mann, del 1955, dove recita a fianco di Burt Lancaster. Sempre per questo ruolo sarà premiata con un Bafta come attrice internazionale dell’anno e con il Golden Globe come Migliore Attrice in un film drammatico. Nel 1956 con “Suor Letizia – Il più grande amore” di Mario Camerini ottiene il quinto Nastro d’Argento.
    Nel 1958 viene premiata al Festival del Cinema di Berlino per “Selvaggio è il vento” di George Cukor del 1957, che le regala anche un David di Donatello ed una nomination all’Oscar. Con “Nella città l’inferno” di Renato Castellani, del 1958, pellicola ambientata in un carcere, dove recita a fianco della cara amica Giulietta Masina, vince nuovamente il David di Donatello. Nel 1962 lavora con Pier Paolo Pasolini in “Mamma Roma”, grande successo di pubblico e critica, nonostante nè il regista nè l’attrice si ritengono soddisfatti della loro collaborazione. L’attrice negli ultimi anni si cimenta nuovamente in teatro ed effettua delle fortunate performance per il piccolo schermo. Nel 1972 appare per l’ultima volta sul grande schermo in un cameo concesso con affetto a Federico Fellini per il suo “Roma”, dove interpreta se stessa. Si spegne a Roma il ventisei settembre del 1973, a sessantacinque anni, nella clinica Mater Dei, sconfitta da un tumore al pancreas, affettuosamente accudita dal figlio Luca e da Roberto Rossellini, i due grandi amori della sua vita. La Magnani, che vanta una stella nella Walk of Fame di Los Angeles, ha lasciato un segno indelebile sia artisticamente che umanamente. I suoi travagli, la sua passionalità, la sua voglia di vivere hanno donato un’anima ad ogni suo personaggio e quasi sempre le hanno dato la possibilità di mostrare la redenzione di un intero popolo.
    Per lei sono state scritte canzoni, poesie, celebrate mostre (nel 2002 persino il MoMA di New York le ha voluto rendere omaggio dedicandole una retrospettiva), che assieme alle interpretazioni che ci ha lasciato contribuiscono a tenere vivo il suo ricordo.
    Riposa nel piccolo cimitero di San Felice Circeo, vicino alla sua villa, dove adorava trascorrere il tempo libero.

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    Anna Magnani con Burt Lancaster

     
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    97. Kate Capshaw in Indiana Jones e il tempio maledetto (Indiana Jones and the Temple of Doom)

    Mosse i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo come modella per l'agenzia Ford.
    Nel 1991 si sposò con il regista Steven Spielberg, incontrato sul set di Indiana Jones e il tempio maledetto. È madre dell'attrice Jessica Capshaw.
    Non è solamente attrice, ma anche produttrice: ne La lettera d'amore è presente anche in veste di producer.
    Candidata all'Oscar con il cortometraggio Duke of groove di Griffin Dunne, co-interpretato da Uma Thurman, Kiefer Sutherland, Tobey Maguire.
    È attrice a proprio agio sia in ruoli brillanti che drammatici (vedi ad esempio Indiana Jones e il tempio maledetto e dopo The locust-Le locuste).
    Ha fatto scandalo con il film A girl thing (2001) in cui ha un rapporto sessuale con Elle Macpherson.

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    Edited by Albrecht - 11/12/2012, 14:59
     
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    96. Sharon Stone in Casinò (Casino)

    Sharon Stone nasce il 10 marzo 1958 a Meadville, un paesino vicino a Pittsburgh in Pennsylvania, da genitori di origine irlandese provenienti da Galway. Cresciuta nei valori del femminismo, dimostra fin da piccola una spiccata intelligenza: a dieci mesi parla e cammina, a cinque frequenta la seconda elementare e a tredici decide che sarà la nuova Marilyn Monroe. Il suo potenziale viene confermato anni dopo quando entra nel club delle persone con il più alto quoziente intellettivo al mondo, con un punteggio di 154. Durante la sua gioventù si distingue per i successi scolastici e per pagarsi gli studi accetta dallo zio cento dollari per l’iscrizione a un concorso di bellezza, nonostante si reputi brutta. In questa occasione non vince il titolo ma partecipa ad altre manifestazioni del genere, trovando la conferma della sua bellezza e la spinta a trasferirsi a New York per iniziare la carriera di modella. Nel 1977 va a vivere in New Jersey e ottiene un contratto con la Ford Modeling Agency, per cui inizia subito a lavorare con successo diventando una delle top model più famose d’America. Protagonista di campagne pubblicitarie Maybelline e televisive per Burger King, decide di trasferirsi in Europa e dare un nuovo slancio alla sua carriera.

    Notata da Woody Allen, Sharon Stone debutta al cinema nel film del regista newyorkese Stardust Memories (1980) e l’anno successivo è nella pellicola Benedizione Mortale (1981) di Wes Craven. Nel 1982 recita, non accreditata, in un cameo nel film Bolero (Les Uns et Les Autres) (1982) di Claude Lelouch e viene selezionata da Georges Lucas e Steven Spielberg come protagonista femminile del cult movie Indiana Jones e il Tempio Maledetto, ruolo che perde e viene assegnato alla moglie di Spielberg. Agli inizi degli anni Ottanta partecipa a molti film tv e telefilm, tra cui Non il solito affare (1982), Il mio amico Ricky (1982), Mai dire si (1983) e Bay City Blue (1983). Nel 1984 è sempre in televisione con ruoli fissi o come protagonista o guest star nelle produzioni Mike Hammer, Omicidio delle Pin Up, Fino all’ultimo dollaro e nel serial di successo Magnum P.I., torna al cinema con la pellicola Vertenza Inconciliabile (1984) di Charles Shyer, e con il film Allan Quatermain e le miniere di re Salomone (1985) di J. Lee Thompson. Il primo matrimonio di Sharon arriva nel 1985 quando sposa il produttore televisivo Michael Greenburg, conosciuto sul set di Fino all’ultimo dollaro. Il matrimonio va presto in crisi, fino alla separazione nel 1988 e il divorzio nel 1990.

    In questi anni la sua carriera continua ad alternare produzioni televisive e cinematografiche. Nel 1985 è in tv con T.J. Hooker, l’anno successivo con Mr. e Mrs Ryan (1986) e partecipa alla produzione sul grande schermo Gli avventurieri della città perduta (1986) di Gary Nelson. Il 1987 la vede esclusivamente al cinema, nei titoli Scuola di Polizia IV: cittadini… in guardia di Jim Drake e Lama d’Acciaio di Dorothy Puzo. La vera celebrità sembra però non arrivare e Sharon continua la sua gavetta lavorando nelle produzioni televisive Badlands 2005 (1988), Tears the Rain (1988) e in alcune pellicole minori come Nico (1988) di Andrew Davis e Action Jackson (1988) di Craig R. Baxley. Ottiene un ruolo fisso nella minisere tv Ricordi di Guerra (1988-1989) e torna al cinema con Tramonto di un eroe (1989) di David Saperstein e Ossessione d’amore (1989) di Javier Elorrieta.
    Il film Atto di Forza (1990) di Paul Verhoeven è la prima produzione ad alto budget a cui partecipa, uscito in contemporanea con un servizio di Playboy dove appare nuda, scattato esclusivamente per il compenso. Il film sembra averla lanciata ma un incidente stradale la ferma per quasi un anno. Sharon non si arrende e i critici e le case di produzione sembrano averla notata, appena guarita gira cinque pellicole: Dice lui, dice lei (1991) di Marisa Silver, Scissors - Forbici (1991) di Frank De Felitta, L’anno del terrore (1991) di John Frankenheimer, Diario di un killer (1991) di Roy London e Diario di un assassino (1991) di Charles Finch. La fama planetaria arriva con il ruolo di Catherine Tramell nel cult Basic Instinct (1992) di Paul Verhoeven che la fa diventare automaticamente un sex symbol e una delle cinquanta donne più belle del mondo per la rivista People. Nel 1993 partecipa ai film Sliver di Phillip Noyce e Last Action Hero di John McTiernan, è inoltre nel cast di Trappola d’amore (1994) di Mark Rydell e Lo specialista (1994) di Luis Llosa. La rivista Empire nella classifica del 1995 la inserisce tra le cento attrici più sexy della storia del cinema e Sharon, dopo un’apparizione in tv nel serial Pappa e Ciccia (1995), è sul grande schermo con il western Pronti a morire (1995) di Sam Raimi e il successo Casinò (1995) di Martin Scorsese, per cui ottiene una candidatura agli Oscar e vince un Golden Globe.
    Sharon ormai è un’attrice affermata, nel 1996 esce con Diabolique di Jeremiah Chechick e Difesa a Oltranza di Bruce Beresford mentre nel 1998 è nel cast di Sfera di Barry Levinson e Basta guardare il cielo di Peter Chelsom. Sposa l’editore del San Francisco Chronicle Phil Bronstein il 14 febbraio del 1998, presta la voce alla principessa Bala in Z la Formica (1998) della DreamWorks e torna in gran forma nel 1999 con tre film: Gloria di Sidney Lumet, La dea del successo di Albert Brooks e Inganni pericolosi di Matthew Warchus. La regina del thriller non dimentica la tv, come dolce voce narrante in The Sissy Duckling e Happily Ever After: Fairy Tales for Every Child. Nel 2000 è al cinema con Ho solo fatto a pezzi mia moglie di Alfonso Arau di Stephen Metcalfe e nell’episodio “2000” della serie tv Women. Un’aneurisma la colpisce nel 2001 e la porta in fin di vita, ma Sharon ha la pelle dura e se non riesce a comparire in video lo fa con la voce, nella serie tv Harold and the Purple Crayon (2001-2002).

    Nel 2003 torna sul grande schermo con Oscure presenze a Cold Creek di Mike Figgis e ha un ruolo ricorrente nel telefilm The Practice. Nonostante l’adozione del piccolo Roan, il matrimonio con Phil Bronstein è agli sgoccioli, i due divorziano nel 2004 e la salute dell’attrice è messa nuovamente alla prova da un attacco cardiaco da cui riesce a riprendersi. Nello stesso anno riesce incredibilmente a girare Codice Homer (2004) di Marek Kanievska e Catwoman (2004) di Pitof. La custodia del figlio Roan viene messa in discussione quando corre voce che l’attrice sia ricorsa al botulino per risolvere un problema di sudorazione del bambino, il pettegolezzo sembra infondato e i rumors si attenuano, tanto che nel 2005 adotta il secondo figlio Laird. Democratica e favorevole ai matrimoni omosessuali, in un’intervista Sharon dichiara di essere bisessuale e che la mezza età è il suo periodo di apertura mentale.
    Torna al cinema nel 2005 con Broken Flowers di Jim Jarmusch e in tv come guest star in Will & Grace, Higglytown Heroes e Kurtal Vadisi. L’anno successivo è nel cast di Alpha Dog (2006) di Nick Cassavetes, Bobby (2006) di Emilio Estevez e nel sequel del suo maggior successo, Basic Instinct 2 (2006) di Michael Caton-Jones, un flop che le fa vincere un Razzie Award come peggior attrice. Sempre nel 2006 è in tv con Huff e partecipa a Democrazy di Francesco Vezzoli, collaborando anche nella sceneggiatura. La nuova vita di Sharon è fitta di impegni: nel 2007 è nei cast di If I had known I was a genius di Dominique Wirtschafter e When a man falls in the forest di Ryan Eslinger. Nel 2008 gira i film Contrasti e amori di Christopher Rocket e $5 a Day di Nigel Col. Prende una piccola pausa lavorativa nei due anni successivi, recitando solo in Street of Blood (2009) di Charles Winkler e come ruolo fisso in una stagione del serial Law & Order (2010).
    Sharon Stone è una madre attenta e premurosa, in questo periodo adotta il terzo figlio Quinn, ma non tralascia la sua carriera, recita in Largo Winch II (2011) di Jérôme Salle e nel 2012 è presente in tre titoli: The mule di Gabriela Tagliavini, Gods behaving Badley di Marc Turtletaub e Lovelance di Rob Epstein e Jeffrey Friedman. Il suo nome è presente anche nella produzione 2013 The beauty of sharkes di Karim Ainouz.

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    95. Lillian Gish in La Bohème

    Lillian Gish, nome d'arte di Lillian Diana de Guiche, (Springfield, 14 ottobre 1893 – New York, 27 febbraio 1993), è stata un'attrice, sceneggiatrice e regista statunitense. L'attrice Dorothy Gish era sua sorella.
    Una delle star assolute del periodo d'oro del Cinema muto a Hollywood, fu la "musa" di David W. Griffith, che la rese protagonista delle sue pellicole più celebri. Lavorò anche nell'epoca del sonoro, sebbene con minore intensità che negli anni precedenti, anche perché impegnata in varie attività, come quella attrice teatrale e produttrice alla United Artists. È stata tra le attrici più longeve di tutti i tempi, con una carriera lunga quasi 75 anni (dal 1912 col suo primo film, An Unseen Enemy, fino al 1987, con l'interpretazione in Le balene d'agosto).
    L'American Film Institute ha inserito la Gish al 17º posto tra le più grandi star della storia del cinema.
    Ha ricevuto, nel 1971, un Premio Oscar alla carriera.
    Nel 1984, venne premiata con l'American Film Institute, unica rappresentante del periodo muto del cinema.
    Nel 1979, ricevette il Crystal Award Women in film a Los Angeles, un premio dedicato alle donne che, attraverso l'eccellenza del loro lavoro, contribuiscono ad espandere il ruolo femminile nel mondo dello spettacolo.

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    Lillian Gish e John Gilbert in La Bohème

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    94. Joanne Woodward in La lunga estate calda (The Long, Hot Summer)

    Attrice cinematografica statunitense, nata a Thomasville (Georgia) il 27 febbraio 1930. Impostasi come una delle interpreti più interessanti e dotate di talento della generazione formatasi negli anni Cinquanta, facendo proprie l'impostazione naturalistica e l'immedesimazione psicologica nei personaggi tipiche dell'Actors Studio, con la sua recitazione ricca di calore e di profondità emotiva, l'istintiva capacità di delineare caratteri diversi con ampiezza di sfumature, ha costruito nel corso della sua carriera convincenti immagini di una femminilità complessa, spesso venata di insicurezze e ferita, ma per lo più colta in una fase di importante evoluzione. Premiata nel 1958 con l'Oscar alla sua terza interpretazione, quella della schizofrenica protagonista di The three faces of Eve (1957; La donna dai tre volti) di Nunnally Johnson, ha ottenuto il premio come migliore attrice al Festival di Cannes nel 1973 per The effect of gamma rays on man-in-the-Moon marigolds (1972; Gli effetti dei raggi gamma sui fiori di Matilda) diretto da Paul Newman, suo importante compagno di vita e di lavoro che nel cimentarsi come regista ha offerto alla W. alcuni dei suoi ruoli più intensi e suggestivi.
    Affascinata dal cinema sin da bambina (influenzata in ciò dalla profonda passione della madre), mentre frequentava la scuola superiore a Grenville (South Carolina), dove la sua famiglia si era trasferita quando la W. aveva quindici anni, proprio nel periodo del divorzio dei genitori cominciò a prendere parte a numerosi spettacoli teatrali, dimostrando un istintivo talento. Successivamente frequentò per due anni la Louisiana State University, seguendo i corsi di arte drammatica, e quindi si trasferì a New York per studiare alla Neighborhood Playhouse School of the Theatre con S. Meisner e all'Actors Studio. Dopo alcune apparizioni televisive venne scritturata come sostituta delle principali parti femminili per l'importante messa in scena a Broadway di Picnic (1953) di W. Inge, per la regia di Joshua Logan, in cui recitava anche Paul Newman. Di lì a poco (1955) ottenne un contratto con la 20th Century-Fox grazie al quale nello stesso anno esordì sul grande schermo con Count three and pray (Conta fino a tre e prega) di George Sherman, cui seguirono A kiss before dying (1956; Giovani senza domani) di Gerd Oswald e l'impegnativa performance in The threes faces of Eve che le valse anche un Golden Globe. Risale al 1958, anno del suo matrimonio con Newman, l'uscita del primo film interpretato dalla coppia, The long hot summer (La lunga estate calda) di Martin Ritt (che in precedenza aveva diretto l'attrice nel drammatico No down payment, 1957, Un urlo nella notte), tratto da W. Faulkner e valorizzato, come tutti i successivi, dall'intensa sintonia tra i due attori. Le schermaglie pervase da una corrente di forte sensualità, in questo caso tra la sensibile Clara (la W.) e il rude, spavaldo Ben Quick (Newman) sullo sfondo di una tipica cittadina del Sud degli Stati Uniti, avrebbero animato anche il più convenzionale mélo From the terrace (1960; Dalla terrazza) di Mark Robson, i cui spunti migliori sono giocati proprio intorno al personaggio della W., prima oggetto del desiderio e poi insoddisfatta moglie frustrata del protagonista. Analogo schema caratterizza anche le due commedie affrontate dalla coppia (il divertente Rally 'round the flag, boys!, 1958, Missili in giardino, di Leo McCarey, e il più confuso A new kind of love, 1963, Il mio amore con Samantha, di Melville Shavelson), come la storia d'amore di Paris blues (1961) di Ritt. In precedenza, senza Newman, l'attrice aveva offerto ottime prove ancora in due drammi ambientati nel profondo Sud, The sound and the fury (1959; L'urlo e la furia) di Ritt, da Faulkner, e The fugitive kind (1960; Pelle di serpente) di Sidney Lumet, da T. Williams, accanto a Marlon Brando e Anna Magnani. Successivamente mostrò un disincantato sex appeal nella parte della spogliarellista di The stripper (1963; Donna d'estate) di Franklin J. Schaffner e una divertita vivacità nel western dai toni di commedia A big hand for the little lady (1966; Posta grossa a Dodge City) di Fielder Cook. Affascinata dal romanzo di M. Laurence A jest of God e decisa a portarlo sullo schermo con la sceneggiatura scritta da Stewart Stern, la W. riuscì a coinvolgere nel progetto il marito che non solo contribuì alla produzione ma scelse il film, Rachel, Rachel (1968; La prima volta di Jennifer), per il suo esordio nella regia. Appassionato ritratto di un'insegnante di trentacinque anni alla scoperta della propria identità e dei propri desideri, splendidamente delineato dalla W. assecondata dalla direzione sensibile di Newman, il film ottenne un notevole successo e valse all'attrice una nomination all'Oscar e il Golden Globe. La delicata esplorazione di un problematico mondo femminile caratterizza anche il successivo film (The effect of gamma rays on man-in-the-Moon marigolds, da un testo teatrale di P. Zindel) diretto dall'attore e interpretato dalla W. nella parte della cinica, desolata, sarcastica Beatrice che vive un tormentato rapporto conflittuale con le figlie. Felici furono anche le sue apparizioni, ancora accanto a Newman, in Winning (1969; Indianapolis, pista infernale) di James Goldstone, nel controverso WUSA (1970; Un uomo oggi), in cui la W. avvolge di sommessa disperazione la figura alla deriva dell'inquieta Geraldine, e nel noir The drowning pool (1975; Detective Harper: acqua alla gola), entrambi di Stuart Rosenberg, così come quelle negli altri film diretti dal marito, l'emozionante dramma per la televisione The shadow box (1980; Prima dell'ombra), il doloroso Harry and son (1984), con Newman protagonista, l'elegante The glass menagerie (1987; Lo zoo di vetro) da Williams. Tra le altre interpretazioni da ricordare quelle in Sybil (1976) di Daniel Petrie e in Crisis at Central High (1981; Negro go home) di Lamont Johnson, entrambi realizzati per la televisione, e in Mr. & Mrs. Bridge (1990) di James Ivory, adattamento dei romanzi di E.S. Connell fortemente voluto dalla W. che tratteggia con sofferta umanità la figura della tenera India, moglie trascurata dell'impenetrabile Mr Bridge (Newman). Risalgono al 1993 la partecipazione dell'attrice a Philadelphia di Jonathan Demme, nel ruolo della madre del protagonista, e il suo contributo come voce narrante a The age of innocence (L'età dell'innocenza) di Martin Scorsese. Scelte che evidenziano come negli anni il suo rapporto con il cinema si sia basato su una profonda passione selettiva, mentre è continuato intenso il suo impegno in campagne per i diritti civili e in attività umanitarie.

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    Joanne Woodward e Paul Newman in La lunga estate calda

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    93. Anne Bancroft in Il laureato (The Graduate)

    La sua gamba piegata, coperta per metà con una calza nera, è diventata una delle icone di Hollywood e il ricordo della sua interpretazione di Mrs Robinson nel Laureato è destinato a essere immortale, così come la canzone di Simon & Garfunkel che accompagnava il film.
    L'identificazione tra l'attrice e il ruolo che Mike Nichols le affidò nel 1967 è stata talmente forte che Anne Bancroft non molto tempo fa si era lamentata del fatto che la gente continuasse a ricordarla soprattutto come la signora Robinson, la ricca e borghese amante del neo laureato Benjamin (Dustin Hoffman) in un film 'forte' per l'America ancora perbenista degli anni Sessanta. A suo avviso, Il Laureato aveva messo troppo in ombra i molti altri successi della sua lunga carriera.
    A partire da Anna dei miracoli, il film di Arthur Penn del 1962 che le era valso l'Oscar come migliore attrice, dopo averle portato il premio Tony per la versione teatrale a Broadway.
    Nata nel 1931 come Anna Maria Louise Italiano in una casa di immigrati italoamericani nel Bronx, la Bancroft è morta all'ospedale Mount Sinai di New York per la conseguenze di un tumore all'utero. A dare l'annuncio è stato il portavoce dell'uomo che le stava accanto dagli anni Sessanta e che le è stato al fianco fino alla fine, il marito regista e attore Mel Brooks, dal quale nel 1972 aveva avuto il figlio Max.
    La ragazza del Bronx diventata una stella di prima grandezza di Hollywood aveva cominciato negli anni Cinquanta la propria carriera a teatro. Dal 54 inizia a lavorare nel cinema, in piccole parti, finché non arrivò il ruolo di Annie Sullivan che la portò alla fama e all'Oscar, per la sua interpretazione dell'insegnante che aiutava l'allieva cieca a scoprire il mondo attraverso il tatto.
    Nel corso della carriera ottenne altre quattro nomination all'Oscar e due premi Tony per i propri lavori a Broadway. Nel 1999, agguantando anche un Emmy, il premio più prestigioso della televisione, aveva completato la tripletta dei più importanti riconoscimenti per gli attori americani.

    Nel 1964 aveva sposato Brooks nel municipio di New York, in una cerimonia semiclandestina: la coppia aveva fermato dei passanti per strada e aveva chiesto loro di fare da testimoni per le nozze.
    Tra i suoi film più celebri figurano Frenesia del piacere (1964) e Missione in Manciuria (1966) di John Ford. In tempi più recenti, aveva lavorato con David Lynch in The Elephant man, con Sidney Lumet in Cercando la Garbo (1984) e in una lunga serie di altri film che l'avevano vista come protagonista o in ruoli di supporto. Nel 1977 era stata la Maria Maddalena nel Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli.
    Anne Bancroft ha lasciato anche memorabili interpretazioni come in 84 Charing Cross Road (1986) di David Jones, il film sulla ventennale corrispondenza epistolare tra una scrittrice americana e un libraio di Londra. Oppure il difficile ruolo della madre di un giovane gay in Amici, complici, amanti (1988) di Paul Bogart. Tra le ultime apparizione sul grande schermo, ancora una volta nei panni della madre di un giovane rabbino nella commedia Tentazioni d'amore (2000) di Edward Norton.

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    92. Jodie Foster in Sotto accusa (The Accused)

    Ha esordito nel mondo dello spettacolo a soli tre anni, quando sulla spiaggia con le treccioline dorate, mostrava vergognosa il culetto per colpa di un cane che giocando le tirava giù il costumino.
    Era la celebre campagna pubblicitaria di una nota marca di solari e da quel momento Jodie Foster non ha mai smesso di lavorare, prima per la tv e poi per il cinema, dimostrando un talento straordinario che non ha mai avuto bisogno di essere perfezionato nelle aule delle scuole di recitazione.
    Nata a Los Angeles il 19 novembre 1962 da una coppia di genitori divorziati, Jodie, che in realtà si chiama Alicia Christian Foster, si è fatta le ossa partecipando a numerose serie televisive, prima di esordire sul grande schermo al fianco di un giovane Michael Douglas in Due ragazzi e un leone nel 1972.
    Nel 1975 è comparsa nel film di Martin Scorsese Alice non abita più qui e l'anno successivo il regista, impressionato dalle doti interpretative di questa giovanissima attrice, le ha affidato il ruolo della prostituta Iris in Taxi Driver al fianco di Robert De Niro.
    Appena quattordicenne, Jodie Foster ha ottenuto, per la sua impeccabile interpretazione, la sua prima nomination come miglior attrice protagonista. Il suo persoanggio, che ha acceso gli entusiasmi del pubblico e della critica, è diventato purtroppo celebre anche per un clamoroso caso di ordinaria follia. Un ammiratore della Foster, John Warnock HinkeyJr., il 30 marzo 1981 cercò di assassinare l'allora presidente degli Stati Uniti Ronald Regan soltanto per impressionarla e per trasportare nella realtà una famosa scena del film di Scorsese, con De Niro che compie un attentato.
    Nonostante l'inevitabile shock per l'evento e per il clamore che la stampa suscitò allora per l'accaduto, la carriera di Jodie Foster è continuata a gonfie vele e tra una pellicola e l'altra l'attrice ha trovato anche il tempo per diplomarsi al Liceo Francese (conosce la lingua talmente bene da potersi doppiare da sola) e poi per laurearsi con lode a Yale in Letteratura Inglese.
    Non più bambina prodigio, nel 1998 Jodie Foster ha conquistato l'Oscar per il ruolo di Sarah Tobias in Sotto accusa di Jonathan Kaplan e dopo aver interpretato Ore contate e poi Ombre e nebbia si è aggiudicata un'altra statuetta nel 1991 per la sua interpretazione di Clarice Starling ne Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme.
    Nello stesso anno, la Foster ha debuttato dietro la macchina da presa con Il mio piccolo genio, dimostrando un discreto talento anche come regista. Nel 1995 ha ricevuto il David di Donatello per Nell di Michael Apted, storia di una ragazza selvaggia cresciuta in isolamento che la Foster ha anche prodotto con la sua Egg Pictures, fondata nel 1990.
    Dopo Maverick al fianco di Mel Gibson e il fantascientifico Contact, Jodie Foster si è concessa un periodo di riposo, per poi tornare sul grande schermo nel 2002 con il claustrofobico Panic Room. E' sempre il thriller la sua specialità e quando c'è, i suoi film salgono quasi sempre in testa al box office. Un discorso che vale anche per i film Fightplan (2005) e Inside Man (2006).
    La sua vita privata è sempre stata circondata dal più assoluto mistero. La Foster ha due figli di cui non ha mai voluto rivelare la paternità, Charles nato nel 1998 e Kit nato nel 2001, forse entrambi concepiti grazie all'inseminazione artificiale.
    Appassionata di arte e letteratura, la Foster adora la moda italiana, soprattutto gli abiti di Giorgio Armani e colleziona utensili da cucina e vecchie foto in bianco e nero.
    Di recente l'attrice si è decisa a fare outing rivelando di essere omosessuale e raccontando il suo amore da tanti anni per la produttrice Cydney Bernard, conosciuta nel '93 sul set di Sommersby. La sua nuova compagna è Cindy Mort, una sceneggiatrice conosciuta sul set del thriller Il buio nell'anima (2007). Nel 2008 ha girato Alla ricerca dell'isola di Nim, una commedia in cui veste i panni di Alexandra, una scrittrice di romanzi di avventura, adorata da milioni di bambini nel mondo.
    Nel 2010 torna dietro la macchina da presa per dirigere se stessa e Mel Gibson nel film Mr. Beaver, storia di un uomo che decide di comunicare attraverso un castoro di peluche che porta sempre con sé. L'attrice si prefigge da tempo di realizzare un biopic sulla vita di Leni Riefenstahl,[9] ma il progetto per ora non è mai entrato in cantiere.
    Nel 2011 recita nel film Carnage di Roman Polanski, al fianco di Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly. Nel 2013 riceverà il Golden Globe alla carriera, diventando di fatto la più giovane attrice (a 50 anni) a ricevere questo premio dopo Judy Garland, che lo vinse nel 1962 a 39 anni.

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    91. Jessica Alba in Sin City

    Di madre franco-danese e padre di origini messicane, Jessica Alba nasce a Pomona, California, il 28 aprile del 1981. Fin da piccola sogna di fare l’attrice e già a dodici anni debutta al cinema con il film Camp Nowhere. Subito da protagonista grazie al forfait dell’attrice principale. Seguono molta pubblicità e molta tv, tra cui soprattutto la serie “Dark Angel” che la fa conoscere al grande pulico. Poi il cinema con le pellicole non molto conosciute Paranoid e Piccolo dizionario amoroso. Nel 2003 è la volta della commedia musicale Honey e di Sin City il film di Rodriguez tratto dall’omonimo fumetto che la fa notare in tutto il mondo per la sua bellezza. Alba inizia a comparire nelle classifiche delle donne più sexy del mondo, votata dai suoi nuovi fan che la apprezzano anche nel ruolo della donna invisibile nei Fantastici Quattro e nel sequel. Nel 2008 prima di sposarsi con il suo storico compagno Cash Warren e prima di alla luce la prima figlia Honor Marie, ha fatto in tempo a girare il film The eye, un thriller soprannaturale su una donna cieca che, una volta riacquistata la vista, ha delle strane visioni.
    A cinque mesi dalla nascita della piccola, Jessica è tornata sul set per il film Un segno invisibile e mio dove interpreta Mona, la maestra delle elementari ossessionata dai numeri raccontata da Bender Aimee nel romanzo omonimo.
    La critica cinematografica la stronca per le sue interpretazioni in diversi film del 2010 e ai Razzie Awards 2011 viene premiata ben come peggior attrice non protagonista nei film The Killer Inside Me, Vi presento i nostri, Machete e Appuntamento con l'amore.

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    90. Gina Lollobrigida in La romana

    Procace, ribelle, mediterranea. L'attrice, dotata di una bellezza esuberante e di un carattere capriccioso, ha segnato con il suo grande talento e la sua fortissima personalità il cinema italiano del dopoguerra. Trasferitasi a Roma nel 1945, studia all'istituto di Belle Arti, per mantenersi fa la modella fotografica. Per sbarcare il lunario lavora a Cinecittà come comparsa ed interpreta alcuni fotoromanzi. Nel 1947 partecipa al concorso di Miss Italia, classificandosi al terzo posto dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale. Nonostante la "Lollo", come verrà poi affettuosamente chiamata dagli italiani, non abbia vinto il popolarissimo concorso di bellezza, col suo carattere capriccioso e ribelle deicide di entrare a tutti i costi a far parte del mondo del cinema. Nel 1949 sposa il regista Mirko Skofic, dal quale avrà un figlio. I due divorzieranno nel 1971. Nei primi anni '50 compare in tantissimi film, ma nell'immaginario collettivo resta la "bersagliera", la popolana bella ed intraprendente di Pane, amore e fantasia, la pellicola del 1953 diretta da Luigi Comencini, in cui recita al fianco del grandissimo Vittorio De Sica. Questa parte la consacra star internazionale: le vale una nomination ai "British Academy Awards" come miglior attrice straniera, aprendole le porte di Hollywood. Nel triennio successivo, gira La romana (1954) di Luigi Zampa, Pane, amore e gelosia (1954) di Luigi Comencini e La donna più bella del mondo (1955) di Robert Z. Leonard, in cui da prova di possedere una magnifica voce come cantante, e che fa di lei una diva di straordinaria popolarità. Seguirono superproduzioni internazionali come Trapeze (Trapezio, 1955) di Carol Reed, Notre-Dame de Paris (Notre Dame de Paris, 1956) di Jean Delannoy, Solomon and Sheba (Salomone e la regina di Saba, 1959) di King Vidor, Venere imperiale (1962) di Jean Delannoy e Buona Sera, Mrs. Campbell (Buonasera signora Campbell, 1968). Nel 1972 la televisione la rilancia affidandole la parte della fata Turchina nello sceneggiato Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini. Ritiratasi dal cinema nel 1975, si dedica attivamente al giornalismo, alla fotografia e alla scultura. In Italia viene nominata Cavaliere della Repubblica e nell'ottobre 1996 Accademica onoraria dell'antica Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.

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    89. Kathleen Turner in Brivido caldo (Body Heat)

    Figlia di un ambasciatore degli Stati Uniti, Mary Kathleen Turner è nata a Springfield, in Missouri, il 19 giugno 1954, e ha vissuto a Washington, in Canada, a Cuba, in Venezuela e in Inghilterra. La sua passione per il teatro è nata proprio in Inghilterra, mentre frequentava le scuole superiori. Così, si è iscritta alla Central School of Speech and Drama di Londra, dove ha studiato fino alla morte del padre, nel 1973. Rientrata a Springfield insieme alla madre, Kathleen Turner ha frequentato per due anni la Southwest Missouri State University e in seguito si è trasferita all'Università del Maryland. Dopo la laurea in teatro, nel 1977, si è spostata a New York, dove ha lavorato in alcuni spettacoli teatrali, e successivamente si è stabilita a Los Angeles.
    A Hollywood, la Turner partecipa ad una lunga serie di provini, fino a quando, quasi per caso, incontra un agente che le propone la parte di Matty Walker nel film Brivido caldo (1981), diretto dall'esordiente Lawrence Kasdan ed interpretato da William Hurt. Il successo è immediato e Kathleen Turner diventa una delle grandi star degli anni Ottanta, protagonista di film come All'inseguimento della pietra verde (1984) di Robert Zemeckis, L'onore dei Prizzi (1985) di John Huston, Peggy Sue si è sposata (1986) di Francis Coppola e Turista per caso (1988), che ripropone la coppia Hurt-Turner ancora diretta da Lawrence Kasdan. All'inizio degli anni Novanta le apparizioni della Turner diventano più rare: il tempo è passato e Kathleen non può più interpretare i ruoli da femme fatale dei suoi primi film. Nel 1994, John Waters le offre il ruolo di Beverly Sutphin, la casalinga assassina protagonista di La signora ammazzatutti (stupendo il titolo originale: Serial Mom), ma negli anni successivi per lei sarà sempre più raro trovare parti interessanti a Hollywood, dove le protagoniste devono sempre essere giovani e snelle.
    Nel 1999, la grande attrice americana ha interpretato Mrs. Lisbon nel film di Sofia Coppola Il giardino delle vergini suicide.

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    88. Mia Farrow in Rosemary's Baby

    "Voglio una grande carriera, un grande uomo e una grande vita". Nel lontano 1966 vedeva così il suo futuro Mia Farrow, quando poco più che ventenne era già una giovane promessa di Broadway e un volto noto della televisione per il suo ruolo nella serie Peyton Place. Ma l’esistenza futura avrebbe corretto leggermente il tiro delle sue dichiarazioni giovanili. Carriera grande, sì, ma forse troppo condizionata dall'ingresso nella sua vita di Woody Allen, suo pigmalione e per un bel pezzo suo compagno di strada.
    Quanto alla sfera sentimentale, gli uomini importanti sono stati almeno tre. Prima di Allen, lo ‘scandaloso’ matrimonio nel 1966 con Frank Sinatra, ad appena 21 anni, contro i 51 di "The Voice". Poi, dopo il divorzio nel '68, quello con il compositore e musicista André Previn dal '71 al '77, una unione prolifica con sei figli, tre naturali e altrettanti adottati.
    Che dire della 'grande vita'? Sicuramente, fino ad oggi, movimentata. Figlia della diva del cinema Maureen O'Sullivan e del regista John Farrow, Maria de Lourdes Villiers Farrow, questo il suo nome per esteso, nasce a Los Angeles il 9 febbraio 1945. Fin da piccola viene considerata una ragazza prodigio e ingaggiata in giovane età per ruoli complessi e drammatici. Raggiunge la notorietà con il film di Roman Polanski Rosemary’s Baby (1968), che ne lancia l'immagine di ragazza fragile e vulnerabile, confermando il suo successo con John and Mary (1969), Terrore cieco (1970) e Il grande Gatsby (1974).
    Ma dopo una bella varietà di ruoli, con una predilezione per l'horror e il thriller, Woody Allen la sceglie come musa per le sue commedie, trasformandola in una donna "passiva aggressiva", come viene definito uno dei 13 personaggi interpretati per lui. Da questo sodalizio professionale e sentimentale lungo un decennio sono nate alcune grandi interpretazioni fra le quali spiccano quelle in Zelig (1983), La rosa purpurea del Cairo (1985), Hannah e le sue sorelle (1986), Crimini e misfatti (1989), Alice (1990) e Mariti e mogli (1992). Dopo la burrascosa rottura, finita su tutti i giornali e in tribunale per la relazione di Allen con la figlia adottiva Soon-Yi Previn, è tornata sullo schermo con alcune pellicole minori, come Tre vedove e un delitto (1994) e Promesse e compromessi (1995).

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    87. Raquel Welch in I tre moschettieri (The Three Musketeers)

    Nata a Chicago, nell'Illinois, da padre boliviano e madre statunitense di origine irlandese, si trasferì all'età di due anni in un sobborgo di San Diego, in California. Studiò danza e iniziò a partecipare a numerosi concorsi di bellezza. Nel 1958 sposò James Welch, dal quale divorziò dopo avere avuto due figli, una dei quali è l'attrice Tahnee Welch. Successivamente si è sposata altre tre volte.
    La Welch esordisce a fianco di Elvis Presley ne Il cantante del luna park (1964), ma dopo alcune esperienze televisive (Il virginiano) entra prepotentemente nell'immaginario delle generazioni degli anni sessanta per il ruolo della prosperosa Loana in Un milione di anni fa.
    Il manifesto del film, col primo piano dell'attrice in un provocante bikini in pelle, è divenuto un cult e la Welch divenne un'icona e una sex symbol. La notorietà e la bellezza dell'attrice (che col tempo diviene anche il suo limite) la portano ad affrontare la commedia Spara forte, più forte... non capisco! di Eduardo De Filippo e il western, tra cui spicca, La texana e i fratelli Penitenza del 1972.
    Sempre nel 1972 è protagonista con Burt Reynolds di ... E tutto in biglietti di piccolo taglio per la regia di Richard A. Colla, film che ottenne molto successo. All'attività cinematografica ha altenato ruoli televisivi è infatti ricordata in serie come Mork e Mindy (1979), Sabrina, vita da strega (1996) e più recentemente 8 semplici regole (2004).
    Il suo ruolo più famoso resta quello di Costanza Bonacieux nel film I tre moschettieri con Richard Chamberlain, Christopher Lee e Faye Dunaway, ruolo che le valse il Golden Globe alla miglior attrice. Visto il successo del film l'anno dopo interpretò ancora la parte in Milady - I quattro moschettieri (1974).
    Nel 1987 ottenne la seconda nomination al Golden Globe come miglior attrice per Quando morire, questa volta senza vincere il premio. La sua interpretazione fu molto apprezzata sia dal pubblico che dalla critica.
    Nel 2001 ha preso parte al film La rivincita delle bionde per la regia di Robert Luketic. Dopo aver diminuito impegni cinematografici e televisivi negli ultimi anni l'attrice si è limitata a interpretare ruoli in alcune serie TV molto famose come 8 semplici regole (2004) e CSI: Miami (2012).

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    Edited by Albrecht - 14/12/2012, 16:40
     
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