-
Àrtemisia.
User deleted
Pieter Brueghel Il Vecchio
Pieter Brueghel (Breda, 1525/1530 circa – Bruxelles, 5 settembre 1569) è stato un pittore fiammingo. È generalmente indicato come il Vecchio per distinguerlo dal figlio primogenito, Pieter Bruegel il Giovane. Anche il secondogenito Jan Bruegel il Vecchio seguì le orme paterne e così pure il nipote Jan Bruegel il Giovane.
Le informazioni sulla vita di Brueghel sono scarse e lacunose. Data e luogo di nascita precisi sono ignoti, ricavabili solo in via deduttiva. A quei tempi non esistevano registri anagrafici delle nascite, e solo nel 1551 Pieter Brueghel venne citato per iscritto per la prima volta, quando entrò a far parte della Corporazione di San Luca di Anversa qualificandosi come maestro. Essendo l'età di ingresso in tale corporazione fissata intorno ai 21/25 anni, si è collocata la data di nascita tra il 1525 o il 1530.
Libero maestro nel 1551 nella gilda dei pittori ad Anversa, dove aveva frequentato la scuola di Pieter Coecke, fu poi in Italia. Tornato in patria intorno al 1555, prima di dedicarsi alla pittura, disegnò paesaggi e composizioni satiriche e moralistiche per gli incisori di Jeronymus Cock. I soggetti dei suoi quadri (sicuramente autografi una quarantina, di cui 14 al museo di Vienna) sono biblici e allegorici di vita paesana e illustrazioni di proverbi. Pittore popolaresco, Pieter Brueghel ritrae l'uomo nelle sue miserie e nei suoi limiti, ma l'aneddoto è sempre subordinato all'unità della composizione. La sua visione artistica è influenzata dal pensiero umanistico, che egli assorbì attraverso l'amicizia degli eruditi, tra i quali l'Ortelius, e soprattutto dopo il 1563, nell'ambiente umanistico di Bruxelles dove si trasferì (a Bruxelles erano i cartoni di Raffaello per gli arazzi degli Anti degli apostoli). Ma a differenza del Rinascimento italiano, egli sente il corpo umano tarato dal peccato e dalla follia, alle prese con un mondo esterno spesso ostile e comunque indifferente: esempi di tale concezione sono nella Tempesta (Museo di Vienna) e nel Misantropo (Museo di Capodimonte). La stupenda serie dei Mesi, tra cui il Ritorno della Mandria (Museo di Vienna), i Cacciatori nella neve (Museo di Vienna), la Mietitura (Museo Metropolitan di New York), la Raccolta del fieno (Museo di Praga), rivela invece il genio del Brueghel paesaggista, preciso nel particolare e grandioso nel creare panorami immensi e profondi. Nel presentare la natura con toni eorici, l'arte di Brueghel anticipa le potenti concezioni di Rubens. La tragicità dell'esistenza trova accenti di tensione spasmodica nella Parabola dei ciechi (Museo di Capodimonte) e negli Storpi (Parigi, Louvre). Nella Adorazione dei Magi (National Gallery di Londra), come nel Pranzo di nozze (Museo di Vienna), una nuova monumentalità denuncia rapporti con l'arte italiana; mentre il senso corale della folla, tipicamente bruegheliano, trionfa nella Torre di Babele, nll'Andata al Calvario, nel Combattimento tra Carnevale e Quaresima, tutti al Museo di Vienna. In un ambiente tipicamente brabantino si svolge anche il racconto evangelico del Censimento a Betlemme (Museo di Bruxelles).
Non più strettamente legato al mondo gotico, apero alle idee nuove e agli apporti dell'arte italiana, Brueghel fu sensibile alla pittura di Bosch e alla sua visione fantastica dell'universo, traendo ispirazione anche dalla scuola di Malines. Resta così il maggior rappresentante delle Fiandre dell'arte del suo secolo per la sintesi degli elementi più genuini della tradizione fiamminga.
Le circostanze della sepoltura di Brueghel sono uno dei pochi elementi certi nella sua biografia: nella chiesa di Notre-Dame-de-la-Chapelle a Bruxelles esiste ancora la lapide con un'iscrizione fatta apporre nel 1676. A testimonianza dell'alta considerazione che all'epoca ancora rivestiva la sua figura, la sua tomba venne adornata da un dipinto di Rubens ancora in loco.
Presunto autoritratto di Pieter Bruegel con un committente
LaRousse Arte. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Veduta di Reggio Calabria
1552 - penna e inchiostro - 15,4x24,1 cm - Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Veduta di Ripa Grande
1552-1553 ca. - Chatsworth, The Duke of Devonshire and the Chatsworth Settlement Trustees. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Paesaggio alpino
1553 - penna e inchiostro - Parigi, Louvre
. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Paesaggio con San Girolamo
1553 - penna e inchiostro su carta vergata - 23,2x33,6 cm - Washington, National Gallery of Art. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Paesaggio di montagna con città fortificata o Città eroica
1553 - Londra, British Museum. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Soldati a riposo (Milites requiescentes)
1555-1556 - disegno, acquaforte e incisione - 33x44 cm - Bruxelles, Bibliotèque Royale Albert I
Un gruppo di soldati con le alabarde e lunghi bastoni sono rappresentati sulla collina di una magnifica valle alpina. Tre dei soldati si riposano in primo piano, due sembrano sulla cresta della collina, e molti altri sono mostrati a sinistra e a destra della composizione. Questa immagine di soldati a riposo (Milites Requiescentes) è parte di una serie di dodici stampe conosciute come i grandi paesaggi. Tutte queste stampe riflettono la profonda impressione che ebbe Bruegel nei suoi viaggi attraverso le Alpi al suo ritorno in Italia circa 1554.. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - La tentazione di sant'Antonio
1556 - Oxford, Ashmolean Museum. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - L'asino a scuola
1556 - Berlino, Gemäldegalerie. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Veduta del porto di Napoli
1556 circa - olio su tavola - 39,8x69,5 cm - Roma, Galleria Doria Pamphilij
Dell'opera, non firmata né datata, si sa con certezza solo che si trovava nelle collezioni Doria almeno dal 1794, quando venne inventariata, forse proveniente dalla collezione di Rubens (1640) e prima ancora da quella del cardinale De Granvelle (1607).
La resa realistica del porto di Napoli ha fatto ipotizzare che il lavoro derivi da disegni affettuati in loco, durante un ipotetico soggiorno verso il 1552, quando l'artista visitò l'Italia. Incerta è la datazione del dipinto, riferita però per lo più al momento del rientro nelle Fiandre verso il 1556. I velieri furono anche soggetto di una serie di incisioni degli anni 1560-1565.
In primo piano si svolge forse una battaglia navale, che coinvolge diverse imbarcazioni (velieri, galere e imbarcazioni a remi più piccole), tra alcuni sbuffi di fumo e poco leggibili traiettorie di palle di cannone, che rendono difficile la definizione univoca del significato.
Lo sfondo è il golfo di Napoli e il Vesuvio, raffigurati con un orizzonte rialzato, oltre la metà del dipinto, tipico degli artisti fiamminghi, che permette di dare un respiro particolarmente ampio alla veduta. Vi si riconoscono diversi monumenti: a sinistra i resti di Castel dell'Ovo, Castel Nuovo, la perduta Torre San Vincenzo e i moli semicircolari. Quest'ultimo dettaglio è un'elaborazione fantasiosa dell'autore, poiché nelle carte topografiche dell'epoca il porto risulta di forma rettangolare: tale "addolcimento" deriva forse dalla volontà di rendere più elegante e dinamica la veduta.
Dettaglio. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - L'adorazione dei Magi
1556 circa - tempera su tela - 115,5x163 cm - Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique
L'opera non è datata né firmata e presenta dubbi di attribuzione, legati anche al cattivo stato della tela. In genere è riferita alla fase più giovanile dell'artista, per le vive influenze di Hieronymus Bosch (Max Fiedländer). Charles de Tolnay respinse l'attribuzione e Michel la giudicò come opera di un artista della cerchia bruegheliana, mentre Grossmann ne ribadì l'autografia del maestro e la datazione giovanile.
Anni dopo l'artista riprese il gruppo centrale per farne un'altra opera indipendente, l'Adorazione di Londra.
L'impostazione generale della scena deriva da quella dello scomparto centrale del Trittico dell'Adorazione dei Magi di Bosch, con la capanna al centro, in posizione leggermente sfasata. Con un punto di vista rialzato, si assiste alla presentazione del Bambino, in braccio a Maria, all'adorazione dei tre re Magi, circondati dall'ampia folla del corteo. L'uso del tradizionale schema compositivo di forma triangolare, con al vertice Maria e alla base i re inginocchiati, garantisce l'isolamento e la necessaria evidenziazione del gruppo centrale. La forma triangolare è ripresa anche dalla forma della capanna, facilitando la lettura della scena. La stalla ha infatti il tetto spiovente e copre un piccolo ambiente domestico, in cui si vede Giuseppe vicino a un tavolo rotondo in legno, con qualche suppellettile appoggiata sopra, e l'asino che raglia vicino a una sella e a un mucchio di fieno. A ben guardare si scoprono degli elementi irrazionali, come il palo che regge la capanna inspiegabilmente in primo piano, tanto da tagliare in due la figura di uno dei re, generando una sorta di architettura impossibile.
Il corteo, affollatissimo di figure e animali, è molto curato nei dettagli, dalle figure in primo piano fino a quelle più lontane nello sfondo. Le due ali, destra e sinistra, sono bilanciate con maestria, senza trascurare una forte caratterizzazione espressiva delle figure e il loro vivace movimento. Tra i dettagli curiosi, quello del cane gigantesco vicino a un ometto di bassa statura nell'angolo in basso a sinistra, oppure la presenza, in lontananza, di animali esotici come i cammelli e l'elefante.
In alto la scena guadagna respiro nell'ampio paesaggio agreste, dove si rarefà la presenza umana.
Edited by Albrecht - 19/12/2012, 17:50. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - I pesci grandi mangiano i pesci piccoli
1557 - 22.9 x 29.6 cm - Vienna, Albertina
Questa incisione è un primo contatto con l'arte di Bosch che Bruegel disegnò (non fu mai incisore, ma solo fornitore di disegni da riprodurre a stampa) e che l'editore Cock pubblicò con la firma di Bosch, giocando su una continuità che poteva garantire una facile presa commerciale.. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder)
1557 - I peccati capitali
Lussuria
Avarizia
Ira
Gola
Superbia
Invidia
Accidia. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - Paesaggio con la parabola del seminatore
1557 - olio su tavola - 74x102 cm - San Diego, Timken Art Gallery
La scena si ispira al passo del Vangelo di Matteo (13, 3-8, 18-23) in cui Gesù narra la parabola del seminatore. La predicazione di Cristo è rappresentata in lontananza, sul secondo piano, dove egli sta su una barca ormeggiata sulla riva di un fiume vicino alla foce, per meglio farsi vedere e udire dalla folla che numerosa lo segue.
Il soggetto della parabola invece, il seminatore, sta in primo piano in basso a sinistra, come un anziano che compie il gesto, enfatizzato dal pittore, di spargere la semina. I suoi sforzi sono destinati a non essere premiati che in piccolissima parte: alcuni semi infatti cadono sulla strada e sono già mangiati dagli uccelli, altri finiranno soffocati dai rovi, altri ancora germoglieranno in un terreno sassoso inaridendo presto per non potere sviluppare le radici. Il terreno fertile è raffigurato più lontano, alle spalle del seminatore, nei campi vicini alle case. Si avverte il contrasto tra la solitudine del contadino e la folla assiepata attorno a Gesù sul lido. Solo due figure si trovano sulla sponda sinistra del fiume, nei campi bordati di alberi da frutto.
I tre piani prospettici dell'opera sono evidenziati da una diversa predominanza coloristica: bruno in primo piano, verde per il secondo e azzurro per lo sfondo. Il paesaggio deriva da vedute locali, fiamminghi, con l'eccezione delle montagne lontane, ispirate alla visione delle Alpi durante il viaggio del 1552 circa. La particolare resa luminosa dell'atmosfera e la gradazione dei toni sviluppa una particolare naturalezza e sensibilità del paesaggio, che sarà poi alla base dello suo sviluppo come genere a sé stante.
Dettaglio. -
.
Pieter Brueghel il Vecchio (Pieter Bruegel the Elder) - La caduta di Icaro
1558 ca. - olio su tavola - 73,5x112 cm - Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts
La superbia di dominare ciò che in natura non può essere esperito dall'essere umano è alla base della morte del figlio di Dedalo, che nel quadro figura quasi miniaturizzato, con le gambe che fuoriescono dall'acqua in cui è appena caduto. L'evento sensazionale non pare aver scosso più di tanto gli altri personaggi della composizione. Soltanto il pastore appare ancora a testa in su, mentre tanto l'aratore in primo piano quanto il pescatore in basso a destra continuano ciascuno il proprio lavoro.
Unico esempio nella pittura di bruegel di opera desunta dalla mitologia, il tema della morte di Icaro si discosta dalla vulgata ovidiana del mito greco per assumere una connotazione che lo avvicina a un'interpretazione in chiave alchemica. Molti elementi differiscono in modo incongruo dal racconto o lo arricchiscono con spunti di saggezza popolare. Tra questi, il cadavere che si intravvede dalla testa, nascosto nella boscaglia, riprenderebbe il detto "Nessun aratro si ferma perché un uomo muore"; mentre la spada e il portafogli poggiati su una roccia, posta in alto rispetto al contadino, alluderebbero al senso di responsabilità e di giudizio che Icaro ha avuto: "Una spada e il denaro necessitano di mani attente".
Dettaglio.