Madonna di Glatz

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  1. @Ambra@
     
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    Madonna di Glatz - 1343 ca - Tecnica mista su tavola, 186 x 95 cm
    Berlino, Staatliche Museen

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    Il maestro anonimo (attivo a Praga intorno al 1345) che deve il suo nome alla Madonna conservata a Berlino, potrebbe aver avuto origini tedesche o boeme. Fu a capo di una delle botteghe di pittori che fiorirono a Praga verso la metà del 1300.
    Dal punto di vista iconografico, storico e tecnico, La Madonna di Glatz rappresenta un'opera chiave della pittura boema. Proviene dalla città sesiana di Glatz, all'epoca inclusa nella diocesi di Praga, dove il committente Ernst von Pardubitz (in seguito il primo arcivescovo del luogo) aveva trascorso parte della sua infanzia. Nel 1964 a tavola si trovava originariamente nella chiesa voluta dal vescovo ed era circondata da una serie di dipinti più piccoli in stile italiano o bizantino.
    Il tradizionale sfondo dorato è sostituito da un velo sorretto da due angeli. La struttura del trono è di natura architettonica: vi sono finestrelle richiudibili attraverso le quali compaiono angeli che osservano la figura della Madonna. I dettagli, realizzati con la massima cura, racchiudono per lo più dei simboli mariani: i leoni rimandano al trono di Salomone, le pareti scure nella parte inferiore al giardino recitanto, simbolo della purezza di Maria, il legno dello schienale ai cedri del Libano, la stella sul margine superiore a uno dei titoli onorari di cui è insignita la Madonna, cioè "stella del mare". In occazione della festa dell'Annunciazione veniva cantato con particolare solennità un inno dall'omonimo titolo; la festa coincideva anche con il compleanno dell'arcivescovo e con l'anniversario del giorno in cui questi aveva consacrato l'istituto religioso. Inoltre presso la corte papale di Avignone, l'arcivescvo aveva celebrato Carlo IV chiamandolo "nuovo Salomone", il che può aiutare a comprendere perchè nel quadro la dignità regale di Maria appaia sottolineata con tanta decisione. Alla simbologia del trono di Salomone si ascrive anche il motivo bizantino del Bambino che reca in mano una pergamena; questa immagine rimanda all'idea del Verbo fatto carne, annunciata dal Vangelo di Giovanni.
    La tecnica pittorica è altrettanto elaborata del contenuto; l'uso di un legante oleoso ha consentito la realizzazione di passaggi sfumati tra i colori, simili a quelli che conosciamo nell'arte dello smalto. Straordinariamente raffinata è la realizzazione delle stoffe pregiate e intessute d'oro, ispirate alle produzioni italiane, che rivestono l'arcivescovo, il Bambino e il baldacchino del trono.

    Edited by Albrecht - 4/12/2012, 16:50
     
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