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Albrecht.
Giovanni Segantini Alla stanga
1886 - olio su tela - 169x389,5 cm - Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Curiosa è la storia del quadro: era da poco nato il figlioletto Mario e, il pittore che in quel periodo alloggiava in Brianza con la famiglia, si trasferì da solo a Caglio in Valassina dove iniziò il primo tentativo di esprimere in scala monumentale il suo amore per la pace montana. Poiché la tela era molto grande ogni giorno pagava tre uomini che gliela portavano sul luogo scelto per la scena e pagava anche Margherita Gilardi, unica modella per l’opera, il resto era la natura che si dispiegava in quel punto ai suoi occhi. Ogni giorno, per sei mesi, la tela venne messa a telaio e ancorata per terra e poi riportata alla casa dove Segantini aveva affittato una stanza. La modella posò per la figura centrale mentre le altre figure femminili che appaiono nel dipinto sono contadine che il pittore aveva osservato. Aveva anche stipulato un contratto per cui gli animali venivano tenuti nel campo e riportati indietro ogni giorno. L’ambiente raffigurato è il mercato del bestiame posto al confine tra Caglio e Sormano dove vi erano alcuni steccati presso i quali venivano legate alla stanga le vacche brune. L’opera è un esaltazione della natura e della pace da cui traspaiono nitide le emozioni dell’artista..