REALISMO, IL VERO NUDO E CRUDO

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  1. @Ambra@
     
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    Intorno al 1840, nasce in Francia il Realismo, un movimento pittorico e letterario che trova le sue radici nel positivismo, un pensiero filosofico che studia la realtà in modo scientifico. Il Realismo tentava di cogliere la realtà sociale; si voleva rappresentare una realtà cruda e nuda con meno allegorie e più attenzione verso i dati di fatto. Esso si fa più acceso negli anni successivi alla rivoluzione del 1848, che aveva risvegliato aneliti democratici in tutta Europa, arriva ai suoi massimi nel periodo del Secondo Impero, caratterizzato da un forte sviluppo economico e tecnologico della borghesia e dal conseguente imprenditorialismo imprenditoriale. È in questo periodo che inizia anche a definirsi l'Impressionismo. La parola "Realismo" generalmente indica la traduzione fedele delle qualità del mondo reale nella rappresentazione artistica.
    Fra il 1830 e il 1870 la cultura Francese è strettamente legata agli avvenimenti politici, sociali, scientifici che trasformano la morale e il costume. La pittura si interroga nuovamente sulla natura, ma il positivismo ottocentesco non ne permette più né la nobilitazione ideale con cui essa era protetta dal Rinascimento in poi, né l'approccio attraverso la vertigine romantica. La natura si rivela semplice e a volte volgare. Le premesse storiche che porteranno al realismo Francese partono dalla rivoluzione del 1830 in cui Luigi Filippo, tradendo le aspettative di chi auspicava una monarchia basata su principi democratici, la pone invece al servizio di una borghesia sempre più padrona della politica Francese. La fase costruttiva della teoria realista, che avrà la sua massima fioritura in seguito alla rivoluzione del 1848, inizia attorno al 1847 e si avvale del contributo di artisti, scrittori, scienziati, economisti, giornalisti, filosofi, le cui idee sono indicative di una cultura che si dibatte tra l'accettazione dell'eredità romantica e il bisogno di superarla.

    Tale movimento si diffuse velocemente in Europa:
    In Francia oltre a Courbet, i maggiori esponenti furono Corot, Daumier e Millet;
    In Italia i temi vennero ripresi da G. Toma, G. Fattori e da Giuseppe Pellizza da Volpedo
    In Germania da Von Menzel e Leibl;
    In Belgio da Meunier.

    Fonti Varie

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