Michelino da Besozzo - Vita e Opere

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    MICHELINO DA BESOZZO



    Michelino de' Mulinari da Besozzo
    ( Besozzo 1340 ca - 1455 ca) è stato un pittore e miniatore italiano.
    Considerato uno dei maggiori esponenti del Gotico Internazionale in Italia, lavorò prevalentemente in Lombardia
    Nel 1388 eseguì un ciclo di affreschi nel chiostro di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia; nel 1404 invece lavorò al servizio della Fabbrica del Duomo di Milano. Al periodo giovanile della sua attività appartengono le miniature dell'Elogio funebre di Gian Galeazo Visconti (Parigi, Biblioteca Nazionale), databili al 1402 circa, e l'affresco con Crocifissione in San Salvatore sopra Cremona (Erba) che può risalire al 1395. Queste opere documentano la formazione lombarda di Michelino, prima ch'egli, sotto l'influsso di Giovannino De' Grassi, si volgesse al gotico internazionale. Nel 1414 lavorò insieme a miniatori veneti al codice Cornaro, con le Epistole di san Gerolamo (Londra, British Library, Egerton 3266). La tavola col Sposalizio mistico di santa Caterina, firmata Michelinus feci (Siena, Pinacoteca Nazionale), è da datare al 1420 circa. L'altra tavola firmata dell'autore è lo Sposalizio della Vergine al Metropolitan Museum di New York (1435 circa). Più complessa è la datazione dell'Offiziolo Bodmer, forse il suo capolavoro.
    Nel 1418 l'artista tornò a Milano a lavorare per il cantiere del Duomo: nel 1421 fu pagato, insieme al figlio Leonardo, per i dipinti dell'altare intitolato ai santi Quirico e Giulitta; mentre tra 1423 e il 1425 fu nuovamente pagato per la fornitura di disegni della vetrata di santa Giulitta. Intorno al 1430 è da datare l'affresco raffigurante la Madonna col Bambino e santi, dell'abbazia di Viboldone. Al 1435 risale la Madonna del roseto del Museo di Castelvecchio di Verona, di attribuzione contesa con Stefano da Verona.
    Al secondo decennio del secolo è riferibile l'unica opera firmata: il Matrimonio mistico di Santa Caterina (Siena, Pinacoteca Nazionale), tipico per la raffinatezza del colore. Databile al 1440 è il Matrimonio della Vergine (New York, Metropolitan Museum). Dell'ultimo periodo, la più importante testimonianza documentaria, è quella del 1445 nei Libri Matri Borromeo per lavori nel palazzo milanese di quella famiglia: è più che probabile che a Michelino appartengano alcuni affreschi frammentari della sala delle Storie di Esopo e della Camera del Mare. Fra le opere di miniature ricordiamo anche le figurazioni del Libro d'Ore di Avignone (Avignone, Biblioteca Comunale), notevoli per i raffinati arabeschi che le incorniciano. All'ultima attività del maestro è da riferire l'affresco con il Corteo dei Magi, realizzato per la chiesa di Santa Maria di Podone (Milano, Curia Arcivescovile) documentati al 1446.
    L'arte di Michelino che già in vita godette di grande fama, ha influenzato mezzo secolo di pittura lombarda, generando una fitta schiera di seguaci che continuarono e divulgarono i modi del maestro.
     
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  2. @Ambra@
     
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    Sposalizio della Vergine - 1435 ca - New York, Metropolitan Museum
    Tempera su tavola, 65,1×47,6 cm


    441px-The_Marriage_of_The_Virgin_.1430

    La scena mostra la Vergine che riceve l'anello di matrimonio da san Giuseppe davanti a un sacerdote del Tempio di Gerusalemme. La scelta sull'anziano uomo era caduta perché la sua mazza era fiorita, e l'artista vi aggiunse anche la colomba dello Spirito Santo sopra, a testimonianza della scelta divina nell'accaduto. A destra si vede un gruppo di donne, mentre a sinistra si trovano gli altri pretendenti alla mano di Maria che sono contrariati per la sconfitta, e si dimenano vorticosamente, mentre uno di loro, in primo piano, spezza il bastone per rabbia, un elemento iconografico che si ritrova in tutte le rappresentazioni successive del tema, fino anche a quella di Raffaello.
    La scena è ambientata in un portico con volta unghiata dalla spazialità molto fantasiosa, con un limitato ricorso all'oro nello sfondo (motivo della datazione piuttosto avanzata nella produzione dell'artista), mentre permangono le preziose applicazioni in pastiglia, come nelle aureole e nell'anello nuziale.
    L'artista operò una delicata resa dei personaggi, dalle fisionomie dolci e sfumate anche quando si tratta di rappresentare un'espressione di rabbia, che per questa contraddizione appare piuttosto grottesca. I colori sono tenui e accordati tra loro, i panneggi seguono falcate ritmiche che creano giochi lineari di grande raffinatezza. Notevole è poi la resa varia e preziosa dei diversi dettagli, dalle morbide barbe degli uomini ai brillanti capelli biondi della Vergine, fino ai soffici tessuti.



    Edited by Albrecht - 23/4/2012, 17:47
     
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    Michelino da Besozzo (o Stefano da Zevio) Madonna del Roseto

    1420-1435 ca - tempera su tavola - Verona, Museo di Castelvecchio



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    La Madonna del Roseto è un dipinto tempera su tavola attribuito a Michelino da Besozzo o, alternativamente, a Stefano da Verona, databile al 1420 o 1435 circa e conservato nel Museo di Castelvecchio a Verona. È tra le opere più significative dello stile gotico internazionale in Italia.
    La Madonna col Bambino è rappresentata entro un giardino conclusus (recintato, in questo caso da un pergolato di rose), simbolo della sua verginità, alla presenza di Santa Caterina d'Alessandria (incoronata, come dal suo rango principesco, e della quale si vede il tipico attributo della ruota del martirio in basso) e di molti angeli colorati, dall'aspetto esilissimo, quasi come uccellini filiformi. Essi sono occupati nelle più disparate attività: la lettura (richiamo alle profezie delle sacre scrittura), la raccolta di petali di rosa (fiore mariano), gico presso una fonte gotica (richiamo alla definizione di Maria come Fons gratiae). Anche il Bambino partecipa a questo clima lezioso e amabile, mettendosi spontaneamente un dito in bocca.
    Nel giardino si trovano due sinuosi pavoni, che danno un aspetto nobile e sontuoso al giardino e richiamano, secondo un'antichissima simbologia cristiana, il tema dell'immortalità di Cristo, poiché fin dall'epoca paleocristiana si riteneva che le carni di questi volatili fossero immarcescibili.
    L'opera è stata alternativamente attribuita a Stefano da Verona o a Michelino da Besozzo, con una prepondernza del secondo negli studi più recenti. Se da un lato l'insieme calligrafico e sinuosamente lineare farebbe pensare a un'opera di Stefano, dall'altro la somiglianza dei volti, soprattutto quello della Madonna, con altre opere di Michelino quali il Matrimonio mistico di Santa Caterina alla Pinacoteca Nazionale di Siena fa propendere verso il secondo.
     
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    Michelino da Besozzo Sposalizio mistico di santa Caterina

    1420 ca - tempera su tavola - 75x58 cm - Siena. Pinacoteca Nazionale



    Mystic_m



    Santa Caterina da Siena, secondo quanto da lei stessa affermato, si riteneva la sposa di Gesù. Queste nozze, definite mistiche per ovvie ragioni in quanto erano solo di natura spirituale-religiosa, vengono rappresentate in questa tavola di Michelino da Besozzo.
    Santa Caterina ha l’aspetto di una principessa fanciulla, inginocchiata a ricevere all’anulare l’anello che il Bambino Gesù le sta infilando. Il Bambino è seduto sulle ginocchia della Madonna, secondo la classica rappresentazione della «Maestà in trono». Ai lati, a far da testimoni a queste nozze, ci sono San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate. In questa tavola di Michelino da Besozzo si ritrovano i tratti stilistici più caratteristici della sua arte pittorica. Da notare soprattutto il lieve ma indiscutibile carattere «patetico» che dà alle figure. Tutta la scena è pervasa, quindi, da un sentimento di umile semplicità, quasi che l’evento coinvolga persone di poverissima condizione. In particolare lo sguardo, non proprio diretto, che si scambiano il Bambino Gesù con la fanciulla che impersona Santa Caterina, è di tale tenerezza da suscitare un sentimento di lieve commozione, giocata tutta sul filo di un intimismo insolito per questo tipo di rappresentazione: nessuna aulica severità o maestosa imponenza, solo una semplice e delicata affettività, non priva di una nota di leggera malinconia.
    L’immagine non ha nessuna preoccupazione di tridimensionalità. Il trono sul quale è seduta la Madonna ha lo stesso colore oro, steso in maniera piatta, dello sfondo. Ciò induce qualche incertezza visiva nello staccare i piani sui quali sono collocati le figure. Il chiaroscuro non ha grandi effetti volumetrici, ma serve a creare una sottile vibrazione luminosa delle superfici, più per effetto decorativo che di resa spaziale. Da notare, ad esempio, l’equivoca posizione del braccio destro di Santa Caterina, che rimane quasi un volume indipendente da quello della figura intera. Ma l’interesse di Michelino da Besozzo è concentrato soprattutto sui ritmi lineari, risolti in tante volute di curvature diverse, e sugli accostamenti cromatici tra l’oro, il rosso, l’azzurro, il nero e il rosa degli incarnati. Ne deriva un’immagine che è come un sogno: non sembra vera, ma trasmette una sensazione di qualcosa di fiabesco.
     
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    Michelino da Besozzo Offiziolo Bodmer



    L'Offiziolo Bodmer è un libro d'ore miniato da Michelino da Besozzo per Gian Galeazzo Visconti nella prima metà del XV secolo. È conservato nella Pierpont Morgan Library di New York (numero di inventario Ms. 944).
    L'opera è emblematica della scuola di miniatura lombarda del gotico internazionale, all'epoca una delle più apprezzate d'Europa. A partire dalla fusione tra colorismo giottesco e temi lineari cortesi della generazione immediatamente precedente (come Giovannino de' Grassi) Michelino crea un'opera caratterizzata da una linea fluida, colori tenui e un ritmo prezioso nel disegno delle figure, che prescinde dalle problematiche spaziali; il tutto è arricchito da freschissimi dettagli naturalistici, presi dall'osservazione diretta.
    Ogni foglio miniato è circondato da un tralcio che simula una pianta fiorita, dotata delle radici nella parte bassa della pagina. Il colore dei petali fa sempre un delicato contrappunto alle tinte dominati della scena rappresentata.

    451px-Michelino_da_besozzo%2C_codice_bodmer%2C_libro_d%27ore%2C_prima_met%C3%A0_xv_secolo%2C_new_york_pierpoint_mongan_library
    Ascensione



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    Michelino da Besozzo - Corteo dei Magi, 1446
    Palazzo Arcivescovile, Milano


    michelinodabesozzo_corteo



    L’affresco con il Corteo dei Magi viene realizzato su committenza di Vitaliano Borromeo per la chiesa di Santa Maria di Podone. Risalente all'ultima attività del maestro Michelino da Besozzo, era dipinto sull’arco d’ingresso di una cappella. L’affresco, di cui oggi resta solo la parte superiore, raffigurava un tema caro al gotico cortese per lo sfoggio di abiti e lusso che permetteva di rappresentare.
     
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    Michelino da Besozzo - Madonna col bambino e i Santi Giovanni Battista e Pietro Martire, 1430 ca

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