Botticelli - Vita e Opere

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  1. @Ambra@
     
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    Botticelli



    Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, Firenze, 1º marzo 1445 – Firenze, 17 maggio 1510), è stato un pittore italiano.
    Figlio del conciapelli Mariano di Vanni e di su moglie Smeralda, nasce nell'attuale borgo Ognissanti, in via della Porcellana a Firenze; degli otto figli della coppia solo quattro giunsero adetà adulta e fra questi il più giovane, Botticelli. Il nomignolo pare invece che fosse stato inizialmente attribuito al fratello Giovanni, che di mestiere faceva il sensale del Monte (un funzionario pubblico) e che nella portata al catasto del 1458 veniva vochato Botticello, poi esteso a tutti i membri maschi della famiglia e dunque adottato anche dal pittore. Nel 1458 la famiglia si trasferisce in una casa della Vigna Nuova che prende in affitto dalla potente famiglia Rucellai e nei due anni successivi Botticelli si dedica all'arte dell'orificeria. Ma nel 1461 cambia i suoi progetti
    professionali e inizia un tirocinio che durerà tre anni di pittura presso Filippo Lippi a Prato, dove esegue i suoi primi lavori. Risalgono a questo periodo tutta una serie di Madonne che rivelano la diretta influenza del maestro sul giovane allievo. Nel 1470 Botticelli apre una propria bottega nella casa del padre in via del Porcellana (che terrà attiva fino alla sua morte) e in giugno l'artista riceve la sua prima importante commessa, la Fortezza per i sei della Mercanzia a Firenze. Botticelli scelse di esaltare la grazia, cioè l'eleganza intellettuale e la squisita rappresentazione dei sentimenti e fu per questo che le sue opere più celebri vennero caratterizzate da un marcato linearismo e da un intenso lirismo, ma soprattutto l'ideale equilibrio tra il naturalismo e l'artificiosità delle forme. Prima di produrre quegli autentici capolavori della storia delle arti egli ebbe però modo di ampliare la sua esperienza con altri dipinti, che costituiscono il necessario passaggio intermedio tra le opere degli esordi e quelle della maturità. Nel 1472 si iscrive alla corporazione della Compagnia degli Artisti di San Luca e poi si reca a Pisa per affrescare gli edifici del cimitero, ma per ragioni sconosciute restarono incompiuti. Inizia la lunga collaborazione con la famiglia Medici e in occasione di un torneo cavalleresco dipinge uno stendardo in onore di Giuliano de' Medici, oggi disperso. Di questo periodo sono: Storie di Giuditta (1472), San Sebastiano (1472). Negli anni settanta lo stile di Botticelli appare ormai pienamente delineato. Le sue opere successive si arricchiranno poi delle tematiche umanistiche e filosofiche in grandi commissioni affidategli da membri importanti della famiglia Medici. Particolarmente interessante per questo periodo è l'Adorazione dei Magi (1475), dipinta per la cappella funeraria di Gaspare Zanobi del Lama in Santa Maria Novella e i ritratti dei membri della famiglia, per cui si riconoscono Cosimo il Vecchio ed i suoi figli Piero e Giovanni, mentre Lorenzo il Magnifico, Giuliano de' Medici e altri personaggi della corte medicea sono ritratti tra gli astanti, disposti ai lati a formare due quinte, raccordate dalle figure dei due Magi in primo piano al centro.
    Nel 1477 la fama di Botticelli valica i confini della sua città natale e dipinge un tondo di Maria per la filiale della banca romana della banca fiorentina di Benedetto Antonio Salutati. Per incarico della famiglia Vespucci, per la chiesa di Ognissanti, dipinge l'affresco di Sant' Agostino; segue l'affresco dell'Annunciazione per il Lazzaretto di San Martino. Nel luglio del 1480 viene chiamato a Roma da Papa Sisto IV, che insieme a Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e i rispettivi collaboratori, lo incarica di affrescare le pareti della Cappella Sistina. Il ciclo prevedeva la realizzazione di dieci scene raffiguranti le Storie della vita di Cristo e di Mosè.
    Con la morte del padre, nel febbraio del 1482, torna a Firenze dove collabora alla decorazione della sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, ma di questi affreschi nulla è conservato. Seguono molti dei dipinti più famosi: r quattro pannelli da cassone con le storie di Nastagio degli Onesti, da una novella del Decamerone. Nel 1483 partecipò al più ambizioso programma decorativo avviato da Lorenzo il Magnifico, la decorazione della villa di Spedaletto, presso Volterra, dove vennero radunati i migliori artisti sulla scena fiorentina dell'epoca: Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi, Botticelli. Gli affreschi, che avevano una carattere squisitamente mitologico, come è noto, andarono completamente perduti. La Primavera è, con la Nascita di Venere, l'opera più famosa di Botticelli. Seguono Pallade che doma il centauro, Venere e Marte, la Madonna del Maginificat, Compianto sul Cristo morto, tutte opere di estrema importanza e richiamo.
    Intanto la produzione del pittore iniziò a rivelare i primi segni di una crisi interiore che culminò nell'ultima fase della sua carriera in un esasperato misticismo, volto a rinnegare lo stile per il quale egli si era contraddistinto nel panorama artistico fiorentino dell'epoca. La comparsa sulla scena politico-religiosa del predicatore ferrarese Savonarola determinò, soprattutto dopo la morte di Lorenzo il Magnifico (1492), un profondo ripensamento della cultura precedente, condannando i temi mitologici e pagani, la libertà nei costumi, l'ostentazione del lusso. Botticelli fu, insieme a molti altri artisti come Fra' Bartolomeo e il giovane Michelangelo, profondamente influenzato dal nuovo clima. Si infransero le sicurezze fornite dall'umanesimo quattrocentesco, a causa del nuovo e turbato clima politico e sociale. Che Botticelli fosse seguace militante del frate domenicano non è documentato, ma non dovette essere un caso che dopo il 1490 Botticelli cambiò le tematiche della sua arte dedicandosi esclusivamente a temi sacri. e Madonne acquistano una fisionomia più che mai alta e longilinea, con lineamenti più affilati che danno loro un carattere ascetico (Madonna Bardi, Pala di San Barnaba, 1485 circa), che dimostrano un più marcato plasticismo e uso del chiaroscuro oltre all'accentuata espressività dei personaggi. Il vero "spartiacque" tra le due maniere però è la cosiddetta Calunnia eseguita tra il 1490 e il 1495. Nel 1502 una denuncia anonima lo accusò di sodomia. Nel registro degli Ufficiali di Notte, al 16 novembre di quell'anno, è riportato come il pittore "si tiene un garzone"... In ogni caso sia quest'episodio che quello di dodici anni prima si risolsero apparentemente senza danni per l'artista.
    La sua fama era ormai in pieno declino anche perché l'ambiente artistico, non solamente fiorentino, era dominato dal già affermato Leonardo e dal giovane astro nascente Michelangelo. Nel 1500 dipinge la Natività Mistica, l'unico dipinto datato e firmato dall'artista; da lì in poi sembra rimanere inattivo.
    Il pittore ormai anziano trascorse gli ultimi anni di vita isolato e in povertà, morendo il 17 maggio 1510. Fu sepolto nella tomba di famiglia nella chiesa di Ognissanti a Firenze.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna col Bambino degli Innocenti

    1465-1467 - tempera su tavola - 87x60 cm - Firenze, Galleria dello Spedale degli Innocenti


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    Attribuito in prima istanza a Filippo Lippi, l'opera poi è stata attribuita al Sandro Botticelli in quanto il dipinto ha rappresentato proprio un omaggio ad un altro capolavoro, che si trova agli Uffizi, e che è rappresentato dalla "Lippina". Sandro Botticelli non a caso collaborò con il maestro Filippo Lippi, probabilmente anche in concomitanza con la realizzazione degli affreschi di Prato.
    Rispetto all'opera di Filippo Lippi, quella di Sandro Botticelli è una pittura che si presenta sia più contemplativa, sia più malinconica.
    Questo perché, innanzitutto, nell'opera del Botticelli manca il secondo angelo, non c'è il paesaggio e nel complesso, la tavolozza si presenta alquanto semplificata. Inoltre, rispetto all'opera di Lippi in quella del Botticelli il Bambino da parte della Madonna viene afferrato.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna con Bambino e un angelo

    1465-1467 - tempera su tavola - 110x70 cm - Ajaccio, Musée Fesch


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    Su di un pavimento marmoreo Maria si piega per afferrare il Bambino che le viene porto da un angelo. Sullo sfondo si vede una transenna rosata, mentre in alto corrono alcuni festoni. Il gesto richiama quello della Lippina di Filippo Lippi (1465 circa).
    Si nota ancora una certa inesperienza, ad esempio nell'assenza di un sicuro riferimento prospettico, che rende incerto il posizionamento dei personaggi nella profondità dello spazio. Ben leggibili sono già invece il gusto per le fisionomie eleganti e di una rarefatta bellezza ideale, la predominanza del disegno e della linea di contorno, le forme sciolte, i colori delicatamente intonati, il calore domestico delle figure sacre, la predilezione per le figure umane rispetto agli sfondi e l'ambiente.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna col bambino

    1467 - tempera su tavola - 71x51 cm - Avignone, Musée du Petit Palais


    BotticelliMadonnaConBambinoAvignone



    Al di sotto di una loggia aperta su un irto paesaggio montano, Maria tiene in braccio il Bambino, offrendogli il seno con la mano sinistra, mentre il Bambino si protende verso di lei.
    L'opera mostra nell'impostazione della composizione l'influenza di Donatello filtrato da Filippo Lippi, dal quale derivano anche il predominio della linea di contorno e il panneggio vibrante, anche se le forme appaiono ormai più dolcemente fuse, con atteggiamenti più complessi delle opere del Lippi. Il colore acceso dal chiaroscuro incisivo e dal tono bronzeo deriva dall'esempio di Antonio del Pollaiolo.
    Il tono dei personaggi è serio, pensoso, assorto nella propria bellezza e venato di malinconia, come tipico della produzione botticelliana.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna della Loggia

    1467 - tempera su tavola - 72x50 cm - Uffizi, Firenze


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    Al di sotto di una loggia aperta su un sintetico paesaggio collinare, Gesù Bambino ha uno slancio verso la Madre che lo tiene in grembo, facendo per abbracciarla. L'opera mostra nell'impostazione della composizione l'influenza di Donatello filtrato da Filippo Lippi, dal quale derivano anche il predominio della linea di contorno e il panneggio vibrante, anche se le forme appaiono ormai più dolcemente fuse, con atteggiamenti più complessi delle opere del Lippi. Il colore acceso dal chiaroscuro incisivo e dal tono bronzeo deriva dall'esempio di Antonio del Pollaiolo, mentre la fisionomia del Bambino venne indicata da Lighbown come il primo esempio di assonanza con le fisionomie del Verrocchio, che però furono di lì a poco abbandonate in favore di uno stile più personale.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna col Bambino, due angeli e Giovanni Battista

    1468 ca. - tempera su tavola - 85x62 cm - Firenze, Galleria dell'Accademia


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    Lo schema era molto diffuso e riprende, soprattutto nella figura di Maria con un dinamismo più marcato nell'incresparsi del velo trasparente sulla fronte e nel ricadere ondulato del collo sciallato e bordato d'oro del manto.
    Evidenti sono i richiami al linearismo di Filippo Lippi, maturati con una plasticità più energica modellata sull'esempio di Verrocchio.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna col Bambino e due angeli

    1468-1469 - tempera su tavola - 100x71 cm - Napoli, Museo di Capodimonte


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    Nei primi anni di attività Botticelli dedicò molti dipinti alla Madonna col Bambino; in questo quadro giovanile, Botticelli appare ancora legato ai modi e allo stile di Filippo Lippi. I protagonisti del dipinto sono collocati in un giardino circondato da un alto muro e, suggerisce la presenza dell’“hortus conclusus”, il luogo sacro alla Vergine.
     
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    Sandro Botticelli - Ritratto di giovane

    1469 ca. - tempera su tavola - 51x33,7 cm - Firenze, Galleria Palatina


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    Questo dipinto è uno dei primi in cui il soggetto viene ritratto non di profilo, come era consuetudine, ma di tre quarti, secondo una consuetudine derivata dalla pittura fiamminga che in Italia iniziò a sostituire il ritratto di profilo, di stampo umanistico, nella seconda metà del XV secolo.
    Il giovane ragazzo è ritratto fino al busto, voltato verso sinistra, con indosso una mantella rossa da ricco borghese e un capperone con il tipico drappo ricadente sulle spalle. L'effigie è al tempo stesso sintetica e celebrativa, con una sottile tensione psicologica, data dallo sguardo diretto che il giovane rivolge allo spettatore. La leggera visione dal basso dà al personaggio un tono aristocratico di superiorità.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna in gloria di serafini

    1469-1470 - tempera su tavola - 120x65 cm - Firenze, Uffizi


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    L'opera è caratterizzata da un chiaroscuro incisivo, non esente da passaggi grafici, che dimostra l'adesione temporanea del giovane artista ai modi del Verrocchio, di cui fu forse aiuto di bottega durante la formazione. La tipologia del Bambino però è già pienamente botticelliana, a differenza della stilisticamente vicina Madonna del Roseto, con forme ben tornite e con un'espressione di lieve malinconia, che sembra renderlo conscio della sua sacralità (è infatti nell'atto di benedire). La figura di Maria è allungata e sciolta nelle articolazioni.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna del Roseto

    1469-1470 - tempera su tavola - 124x65 cm - Firenze, Uffizi


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    La Madonna, dall'atteggiamento pensoso, tiene il Bambino sulle ginocchia al di sotto di una loggia con colonne che reggono un arco a tutto sesto con lacunari, che inquadra la testa della Vergine e asseconda il profilo curvo della tavola. Dietro Maria si apre un giardino in cui spiccano soprattutto i fiori di rosa; in basso un pavimento con specchiature marmoree dimostra la padronanza del pittore della tecnica prospettica.
    Le rose simboleggiano uno dei titoli della Madonna, rosa mystica; il melograno invece, che Maria tiene in mano e che il Bambino assaggia, simboleggia fertilità e regalità, nonché, per il colore rosso dei frutti, il sangue della Passione.
     
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    Sandro Botticelli - Fortezza

    1470 - tempera su tavola - 167x87 cm - Firenze, Uffizi


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    La Fortezza è il primo dipinto del Botticelli fornito di documentazioni e ricordato dagli studiosi del suo periodo, tra i quali Albertini nei suoi scritti del 1510. Fu commissionato nel maggio del 1470 da Tommaso Sederini. L'opera doveva inserirsi in una serie di sette pannelli decorati con le allegoriche personificazioni delle quattro Virtù cardinali e delle tre teologali, destinati a ornare i seggi o le pareti del Tribunale dei Sei o della Mercanzia, una prestigiosa istituzione fiorentina.
     
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    Sandro Botticelli - Pala di Sant'Ambrogio

    1470 ca. - tempera su tavola - 170x194 cm - Firenze, Uffizi


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    L'opera fu una delle prima grandi commissioni del giovane Botticelli. La composizione si ispira alla Pala di San Marco di Beato Angelico (1440 circa), con il seggio marmoreo rialzato della Madonna col Bambino, circondato da due gruppi di santi in piedi ai lati (da sinistra Maria Maddalena, Giovanni Battista, Francesco d'Assisi e Caterina d'Alessandria) e da i santi Cosma e Damiano inginocchiati davanti in una posizione di scorcio che evidenzia la profondità prospettica. Come nell'Angelico uno è voltato verso lo spettatore, a richiamare la sua attenzione, e uno è a profil perdu rivolto alla Vergine.
     
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    Sandro Botticelli - Madonna dell'Eucarestia

    1470 ca. - tempera su tavola - 85x64,5 cm - Boston, Isabella Stewart Gardner Museum


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    Il titolo con cui l'opera è nota trova riscontro nell'originale presenza della composizione di uva e spighe di grano, simboli appunto dell'Eucarestia, che l'angelo porge alla Vergine e che essa accoglie mesta.
    La scena si svolge in uno spazio semi-aperto definito prospetticamente da un'alta balaustra marmorea posta contro il cielo azzurrino ed aperta al centro da una finestra su un o sfondo di paese; questo è analiticamente descritto dall'artista nelle dolci colline, nelle anse del fiume, negli esili alberelli e nei radi edifici.
    Le figure sono rappresentate con un taglio ravvicinato che ce le mostra quasi per intero occupando con i loro corpi eleganti ma vigorosamente torniti tutto il piano della scena: la Madonna assorta e meditabonda, il rotondo bambino raccolto nel suo grembo e il bell'angelo, ricciuto ed elegante come un paggio quattrocentesco che offre i suoi servigi, quasi sospeso fra un'espressione pensosa ed il sorriso "verrocchiesco" che inclina l'angolo della bocca.
     
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    Sandro Botticelli - Ritratto di Esmeralda Brandini

    1470-1475 - tempera su tavola - 67,5x41 cm - Londra, Victoria and Albert Museum


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    La donna ritratta nel dipinto è Esmeralda Donati, nonna dello scultore Baccio Bandinelli e moglie di Viviano Brandini. È stata identificata per mezzo della scritta sul davanzale.
     
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    Sandro Botticelli - Adorazione dei Magi

    1470-1475 - tempera su tavola - (tondo) 131,5 cm - Londra, National Gallery


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