Francis Bacon - Vita e Opere

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    Francis Bacon Ritratto di Michel Leiris

    1976 - olio su tela - 34x29 cm - Parigi, Centre Georges Pompidou


    ritrattodimichealleiris



    Micheal Leiris e Francis Bacon si conobbero nel luglio del 1965 in occasione della personale di Alberto Giacometti alla Tate Gallery di Londra. Leiris era uno scrittore francese coetaneo di Bacon: aveva partecipato inizialmente al movimento surrealista e se ne era poi distaccato per intraprendere ricerche nell'ambito dell'etnografia che lo avevano portato a sperimentazioni nel campo dell'analisi dell'interiorità e dei meccanismi della memoria. Si occupava anche di arte e sarà proprio Leiris a promuovere Bacon nell'ambito dell'élite culturale francese con una serie di testi dedicati espressamente al pittore inglese.
    Sorprendentemente il ritratto di Micheal Leiris presenta particolari che traspaiono come concessioni al reale, rendendo ancora più ambigue le parti che invece distorcono le forme sintetizzandole in tagli netti, linee curve e campiture sfumate.
    L'orbita scura dell'occhio punteggiata dal riflesso della luce naturale, la punta del naso e l'allargamento a comprendere la narice sinistra e la relativa porzione della bocca sotto il tratteggio rosa, la velatura di verde e il tocco di arancione che traduce il setto nasale in una linea bianca unica si differenziano dal resto del ritratto per la naturalezza dei tratti aderenti a una rappresentazione fedele della realtà. Questo ritratto potrebbe dunque essere interpretato come una versione ancora preparatoria rispetto a quella eseguita da Bacon due anni dopo, più vicina al desiderio espresso in una delle conversazioni con Sylvester, nella quale in relazione ai ritratti l'artista afferma: ''spero sempre di deformare le persone fino a ottenere l'apparenza, non posso dipingerle letteralmente...''.
     
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    Francis Bacon Dipinto 1978

    1978 - olio su tela - 198x147,5 cm - Monaco, collezione privata


    francis-bacon-painting-1978



    In uno scorcio d'angolo di una stanza sono collocati elementi scelti per la loro apparente discordanza e per l'assenza di un legame evidente che li possa rapportare l'uno all'altro. La gamba destra di un uomo nudo, in bilico sulla gamba sinistra, si allunga nel tentativo di permettere al piede di girare la chiave tenuta tra l'alluce e il medio.
    Bacon stesso riferisce: ''Penso che questa idea sia nata...da alcuni versi di Eliot: 'Sentii la chiave/girare nell'uscio una volta e girare una volta sola...'. E' la terra desolata. Non so perché abbia fatto girare la chiave con il piede. Ma nasceva da quei versi...Penso che cose del genere provengano forse in certa misura dal Surrealismo. Si ha l'idea che far girare la chiave con il piede invece che con la mano, come sarebbe normale, dia qualcosa di più immediato'' (Sylvester, 2003). A questo riferimento, tuttavia, la letteratura sul pittore ha ritenuto dovesse essere associata anche la profonda conoscenza che Bacon aveva di Pablo Picasso. Sebbene Picasso non fece mai parte ufficialmente del movimento surrealista, fu comunque riconosciuto sia nella rivista ''Documents'' di Bataille che nel ''Minotaure'' di Andrè Breton come un precorritore delle idee alla base del movimento. Al contenuto tematico tratto dai versi di T.S. Eliot, Bacon avrebbe associato il precedente iconografico di Picasso, di cui conservava nel proprio studio una fotografia, pubblicata su un giornale, in cui l’artista spagnolo era intento a girare la chiave nella toppa di una serratura. Senza contare che i dipinti e i disegni di Picasso che più impressionarono Bacon furono quelli eseguiti nel corso dei soggiorni a Cannes e Dinard nel 1927-1928, tra i quali è annoverato ''Bagnante che apre una cabina'', una composizione in cui la chiave nera infilata nella serratura, impugnata dal soggetto, è l'unico elemento scuro che spicca sui toni chiari di ocra e azzurro.
     
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    Francis Bacon Due figure sedute

    1979 - olio su tela - 198x147,5 cm - Svizzera, collezione privata


    duefiguresedute001



    Il dipinto raffigura due uomini vestiti con completo scuro, camicia bianca, cravatta e cappello, seduti uno accanto all'altro nello stesso ambiente, ma apparentemente privi di qualsiasi relazione. I due sono su sedie: quella di sinistra è simile a una poltroncina e ha di fronte una base quadrangolare che serve all'uomo per appoggiare una gamba; quella di destra, di gusto moderno sembra ispirata alle sedie da barbiere o da dentista. Le pose, con le gambe accavallate e le braccia piegate una sull'altra o appoggiate ai braccioli, indicano uno stato di rilassatezza che contrasta con gli abiti formali dei soggetti. Gli sguardi sono nascosti dai cappelli: emergono ben in evidenza solo i nasi e le bocche, chiusa quella dell'uomo a sinistra, aperta e accesa di un rosso potente, unica nota squillante di tutta la composizione, quella dell'uomo di destra, che sembra stia parlando. Il volto di quest'ultimo e l'ombra del suo profilo sono inquadrati da un rettangolo ocra ritagliato sullo sfondo del muro, una specie di quadro nel quadro.
     
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    Francis Bacon Dittico - Studio dal corpo umano Studio del corpo umano, da un disegno di Ingres

    1982-1984 - olio e caratteri trasferibili su lino - due pannelli, il primo 198,5x148 cm, il secondo 195x147,6 cm - Washington, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden


    dittico001 dittico2001


    Francis Bacon ammirava talmente l'opera di Jean-Auguste-Dominique Ingres che nel 1967 si recò con l'amico pittore Lucian Freud a Parigi per vedere un'esposizione dedicata al grande pittore francese dell'Ottocento. Fu solo molti anni dopo però che Bacon manifestò un riferimento diretto all'opera di Ingres. La distillazione e semplificazione del movimento del corpo risolto tridimensionalmente da Ingres con una linea affilatissima e sottili trasparenze divenne una fonte di primaria importanza per risolvere il processo di riduzione all'essenza della forma a cui si era avviato Bacon negli ultimi decenni delle sue attività.
    Tra le variazioni da opere di Ingres eseguite da Bacon è possibile annoverare anche questo dittico. Inizialmente l'artista aveva realizzato il pannello di destra perchè fosse messo in relazione con un suo lavoro del 1982, acquistato dal Centre Pompidou, intitolato ''Studio dal corpo umano”'. Siccome non fu possibile unire le due opere, Bacon decise di aggiungere un pannello allo ''Studio del corpo umano'' appena realizzato, che fosse una variante dell'opera già in Francia.
    Nel pannello di sinistra è rappresentato un corpo maschile senza testa, su un cavalletto posto contro un muro, o una tavola, che inquadra la figura evidenziandola. Lo sfondo rosso intenso, variato solo dall'arancione del muro-tavola, focalizza l'attenzione sul corpo rappresentato e sui genitali maschili cui sembra fare riferimento anche la freccia rossa a contrasto con il marrone del cavalletto. Nel pannello di destra invece, sta un corpo femminile i cui attributi sessuali sono evidenziati, come nell'altro pannello, sia dalla freccia rossa che dalla forma tronca del busto che termina nel seno femminile rivolto verso l'alto. Ancora più della figura del pannello di sinistra, il corpo sinuoso e la posa annodata di quella di destra mostrano uno stretto riferimento ai disegni preparatori di Ingres per una delle sue opere più note, ''Il bagno turco''.
     
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    Francis Bacon Edipo e la Sfinge da Ingres

    1983 - olio su tela - 198x147,5 cm - Lisbona, Sintra Museum of Modern Art


    edipo001



    L'influenza di Ingres nella produzione di Francis Bacon fu molto diversa da quella che ebbero Velazquez e Van Gogh. Infatti se per quanto riguarda questi ultimi Bacon si concentrò su uno solo dei loro dipinti, nel caso di Ingres si confrontò con diversi suoi soggetti. Nonostante questo, non tutta l'opera di Ingres sembra lo interessasse allo stesso modo. Come disse ad Archimbaud: ''Mi appassionano molto alcuni ritratti di Ingres e mi piace anche 'Il bagno turco', ma non riconosco alcun valore alla pittura di storia del pittore francese''.
    L'antichità classica aveva profondamente appassionato Bacon - più volte l'artista avrebbe affermato l'importanza dei marmi di Egina - almeno dalla seconda metà degli anni Trenta quando conobbe Eric Hall, un diplomatico inglese, amante d'arte, mecenate oltre che compagno dell'artista per diversi anni.
    Per Ingres la cultura e l'arte classica non avevano certamente un'importanza secondaria: perciò affrontò più volte il tema di Edipo e la Sfinge. Bacon lo imitò. La leggenda di Edipo che risolve l'enigma della Sfinge rappresentava il trionfo dell'intelligenza umana. Bacon, pur basandosi su una composizione derivata dalla versione del tema che Ingres aveva dipinto nel 1926, decise di sovvertire la gerarchia istituita dal pittore francese collocando Edipo in una posizione inferiore rispetto a quella della Sfinge, umanizzata da una testa ritratto. Aggiunse alla composizione l'arrivo delle Furie, che irrompono dalla porta aperta sullo sfondo. Edipo, nelle vesti di uno dei pugili ritratti nelle fotografie di Muybridge, mostra la gamba bendata, dopo un ferimento che secondo la leggenda gli era stato inferto durante l'infanzia.
     
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    Francis Bacon Duna di sabbia

    1983 - olio su tela - 198x147,5 cm - Riehen-Basilea, Fondation Beyeler


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    La tela ''Duna di sabbia'' presenta su uno sfondo rosso acceso una scatola di vetro poligonale, aperta nella parte superiore, dalla quale fuoriesce della sabbia. Il fatto che la scatola sia di vetro è possibile desumerlo dal fondo azzurro, mentre la sua tridimensionalità è suggerita dai due fili che dall'alto calano dentro lo spazio in cui si trova anche la sabbia. La materialità di quest'ultima è percettibile grazie al variare dei colori che le sono associati: blu, rosa, bianco e nero creano morbidi trapassi chiaroscurali che fingono la dolcezza delle dune. A proposito di questo tema, trattato altre volte, Bacon stesso ha spiegato: ''Ho usato la polvere del mio studio per fare quei dipinti delle dune di sabbia che ho visto in Bretagna. E' un'operazione tremenda tirare su tutta quella polvere dal pavimento ma ce n'è parecchia qui, sai, attaccata ai dipinti e a tutto il resto. Quindi io ho solo preso la polvere e un panno e l'ho messa sulla vernice fresca e dopo che si è asciugata l'ho sistemata come uno potrebbe fare coi pastelli''. L'intento del pittore era probabilmente quello di giungere alla rappresentazione degli elementi fondamentali in natura. Riferendosi ai ''Paesaggi'' del 1978 nei quali entro una scatola di vetro si trova una zolla erbosa, affermava: ''...la pittura è un'occupazione che si addice a un uomo vecchio e forse, finché si può lavorare, si può riuscire ad avvicinarsi a qualcosa di simile all'essenza delle cose''.
     
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50 replies since 19/2/2012, 18:09   9410 views
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