Simone Martini - Vita e Opere

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  1. @Ambra@
     
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    SIMONE MARTINI (Siena 1284 circa - Avignone 1344)



    La personalità di Simone appare improvvisa nella storia artistica del Trecento con un capolavoro: la Maestà, datata 1315, che grandeggia affrescata sulla parete di fondo della sala del Mappamondo nel Palazzo Pubblico di Siena.
    Se si presta fede alla testimonianza del Vasari secondo cui Simone sarebbe morto all'età di sessant'anni, il pittore era già allora trentenne. Nessuna notizia documentata e nessuna opera certa aiutano a chiarire il problema della sua formazione giovanile; né convincono pienamente i vari tentatividi attribuzione di opere anteriori alla Maestà, più volte avanzati negli ultimi decenni. Probabilmente gli esordi furono nell'ambito della scuola di Duccio, ma il tradizionale confronto con la Maestà duccesca (Siena, Museo dell'opera del Duomo) mostra con qualche spirito nuovo e con quale maturità di cultura Simone s distacchi dl maestro senese per raggiungere un suo mondo espressivo autonomo. Una larga cornice decorative comprendentte venti medaglioni con busti di profeti e santi, definisce il piano di superficie della finzione prospettica della scena; sullo sfondo azzurro oltremarino (ora sbiadito) si dispongonoin raggruppamento ellittico inttorno all'aureo trono di Maria i santi e gli apostoli. In primo piano, inginocchiati, i quattro santi preotettori di siena; ai lati del trono due santi offrono alla Vergine "li angelichi fiorecti, rose e gigli - onde s'adorna lo celeste prato", secondo i versi delle due strofe scritte sui gradini del trono, che illustrano la finalità civica dell'affresco,destinato a ricordare ai governanti della città i principi morali e religiosi del buon governo. La sottile architettura del baldacchino scandisce con acuta prospettiva lo spazio entro cui i personaggio si muovono liberamente in eleganti cadenze, studiate per mettere in evidenza l'armoniosa continuità dei loro profili e i ritmi raffinati delle vesti preziosamente drappeggiate. Questa struttura spaziale unitaria e sintetica presuppone senz'altro una meditazione sul nuovo e "volgare" figurativo creato da Giotto. D'altra parte il goticismo di talune parti della figurazione (soprattutto il trono) rivela una diretta esperienza della cultura francese, e comunque il contatto che con essa si è stabilito: attraverso la circolazione di avori, stoffe, miniature, oreficerie, o come è stato ipotizzato, attraverso un viaggio di Simone in Francia negli anni della giovinezza.
    Tra il 1313 e il 118 viene affrescata la cappella nella chiesa inferiore della basilica di San Francesco ad Assisi con il ciclo delle Dieci storie della vita di San Martino, dove domina le scene una ferma misura monumentale, una solennità di forme classicamente composte, un ampio respiro spaziale. Simone si accosta di nuovo a Giotto senza per questo rinunciare alla sua assoluta individualità espressiva. Durante i lavori Simone Martini si poté confrontare con altri maestri fiorentini di scuola giottesca, Giotto compreso, allora attivi nel cantiere assisiate. Poco prima o poco dopo si colloca il Trittico del beato Agostino Novello (Siena chiesa di sant'Agostino), in cui Simone si rivela piacevole narratore della vita e delle contrade senesi.
    Nel 1317 il maestro era a Napoli, in ambiente raffinato e francesizzante, chiamato da Roberto D'Angiò (che gli assegnò una sorta di pensione annua e lo nominò cavaliere) e per il sovrano dipinse una delle sue opere più belle: il san Ludovico di Tolosa che incorona Roberto D'Angiò. Sottile è il concetto del dipinto: Ludovico vescovo di Tolosa aveva rinunziato alla corona di Napoli in favore del fratello Roberto. Ragioni religiose e politiche indussero Roberto a far rappresentare il fratello Ludovico in atto di ricevere da due angeli la corona di santità, mentre depone la corona terrena sul suo capo. Il volto del sovrano, inginocchiato ai piedi del santo, costituisce uno deiprimi e più sorprendenti ritratti della pittura europea. Nel grande polittico eseguito nel 1319 per i domenicani della chiesa di Santa Caterina di Pisa, il colore di Simone giunge qui ad uno splendore vivo come di materia fusa.
    Tornato in Toscana intorno al 1318, Simone Martini iniziò una lunga stagione in cui la sua principale produzione fu quella dei polittici. Ne dipinse almeno sei prima di tornare in pianta stabile a Siena nel 1325, e quello stesso anno sposò Giovanna Memmi, figlia del pittore Memmo di Filippuccio e sorella di due validi allievi e collaboratori di Simone, ovvero Federico e Lippo Memmi.
    Nel 1328 l'artista dipinse a fresco nella sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico, sulla parete di fronte a quella della Maestà, il capitano Guidoriccio da Fogliano campeggiante tra i castelli appena conquistati, dove il condottero avanza nello scenario deserto, dal volto volgare e dal corpo tozzo e sgraziato; eppure nell'elegante gioco di contorni, la figura del soldato perde la sua materialità per divenire una superba immagine araldica. L'annunciazione con Sant'Ansano e Santa Giustina (Firenze, Uffizi) datata 1333 (firmata assieme al cognato ) è il più gotico dei dipinti di Simone, non solo per la sua preziosità decorativa, ma perché le possibilità ritmiche della linea appaiono sviluppate fino all'estremo limite.
    Nel 1339 Simone si trasferì ad Avignone; di quest'ultimo periodo restano solo un piccolo polittico con Storie della passione, una tavoletta con la Sacra Famiglia datata 1342e la miniature sul frontespizio del codice virgiliano, appartenuto a Francesco Petrarca. Caratterizza queste opere tarde una sensibilità più nervosa, una tonalità più mossa e patetica, che non si spiega solo con un nuovo innesto di cultura francese, ma come sviluppo di premesse già insite nell'espressività lineare dell'Annunciazione.
    In questo ultimo rinnovato stile e nel clima culturale che egli contribuì a creare nell'importante nodo di scambi di avignone, è la radice del gotico internazionale; sicché a ragione, Simone può essere considerato la prima personalità di livello europeo nella storia dell'arte italiana.

    La Rousse Arte

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    Simone Martini, Ritratto di Giovane, dettaglio dalla Resurrezione di un fanciullo, Cappella di San Martino, Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi



    Edited by @Ambra@ - 2/4/2012, 15:03
     
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